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Zona rossa a Mondragone, Schiappa chiede di effettuare test a tappeto

L'ex sindaco: "Serve un immediato screening di massa per evitare di mettere in ginocchio la città"

“La salute prima di ogni cosa. Non è possibile perdere altro tempo, non è concepibile consentire ulteriori giri di parole". A dichiararlo è Giovanni Schiappa, ex sindaco di Mondragone (attualmente consigliere comunale di opposizione), che dopo aver lanciato un appello già diversi mesi fa per attenzionare la criticità rappresentata dalla comunità bulgara in città riguardo alla diffusione del contagio da coronavirus, assume una precisa posizione in merito a quanto accaduto in questi giorni nella città del litorale.

Mondragone diventa la città casertana con più contagi

"L’approssimazione di un primo cittadino e l’inadeguatezza della sua amministrazione, coperti dall’arroganza e dalla spregiudicatezza politica di un consigliere regionale, non sono più tollerabili - sottolinea Schiappa - Un imbarazzante e superficiale cordone sanitario che non riesce neanche a controllare tutti gli accessi della ristretta area dei Palazzi ex Cirio, come potrebbe garantire la sicurezza anche di chi vive fuori da quella zona?

"Al fine di evitare decisioni più drastiche che metterebbero definitivamente in ginocchio un’intera città, prima di rassegnare le ormai doverose dimissioni, abbiano subito il dovere di fare uno screening per tutta la popolazione, non soltanto per la comunità bulgara (aumentata del 60% negli ultimi tre anni) che dopo non aver rispettato le prescrizioni della quarantena, fino a qualche giorno fa continuava ad affollare strade ed attività commerciali”, conclude il leader dell'opposizione Giovanni Schiappa.

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