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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Pastorano

Uccide l'amico e tenta depistaggio: "Trovatelo, siamo stati aggrediti"

In aula sono state ascoltate le donne che per prime trovarono il corpo della vittima piena di sangue

"Cercate i ladri, c'è stata un'aggressione e aggrediti e sono scappati via. Io l'ho difeso". Ma anche "il ladro è lì" (indicando un corpo senza vita immerso nel sangue senza rendersi conto che era l'amico). Sarebbero state queste le dichiarazioni di Ihor Varvachyn, 50enne ucraino finito sotto processo per l'efferato omicidio dell'amico e connazionale Pavlo Zapprozhets, 47enne ucraino ucciso con 30 coltellate la sera di Pasqua scorsa (17 aprile 2022) all'interno di un container sito in un fondo presso il New Village Dog in località Canale a Pastorano.

Secondo quanto riferito dai testi nel corso dell'udienza celebrata in Corte d'Assise presieduta dal giudice Roberto Donatiello con a latere Honoré Dessì l'imputato nell'imminenza dei fatti alle gestrici del canile e del proprietario del fondo su cui insiste il canile avrebbe raccontato di esser stato aggredito dai ladri,che si sarebbe difeso, di ricercare l'amico che era con lui.

"Era in uno stato di shock col volto tumefatto con segni sulle braccia e con la maglia bianca coperta del sangue della vittima sulla schiena - ha riferito una delle socie del canile - pensavo fosse ferito e gli ho alzato la maglia fino all'altezza delle spalle ma non aveva ferite. Continuava a chiedermi di cercare il suo amico".

"Non si rendeva conto che il corpo dell'amico giaceva prono in una pozza di sangue all'interno del container. Continuava ad indicarlo ed affermare che era il ladro", ha riferito l'altra socia del canile.

Entrambe le testi hanno concordato sul fatto che Ihor Varvachyn non fosse lucido, che pronunciasse frasi sconnesse, che non riconoscesse la vittima e che fosse spaventato. "Appena arrivai al fondo e mi avvicinai al container dove c'era Ihor per capire cosa fosse successo mi venne incontro spaventato con un coltello da pane in mano cercando di aggredirmi. Dovetti gridare per farmi riconoscere perché lui non vede ad un occhio e non sente ad un orecchio e lui si calmò. Era spaventato e c'era sangue ovunque" ha affermato il proprietario del fondo.

I tre testi a seconda della loro partecipazione hanno fornito dettagli su quella terribile notte. La chiamata in centrale operativa ai carabinieri della compagnia di Capua provenne da una delle titolari del ricovero per cani. I militari giunti presso il fondo su cui insisteva il New Village Dog trovarono la proprietaria del canile, la socia e l'imputato col volto tumefatto e con i vestiti sporchi di sangue in stato confusionale seduto a terra sull'uscio del container. Le due donne nonostante avessero davanti a sé una scena raccapricciante cercavano di coprire l'imputato con dei giacconi perché era una serata molto fredda.

All'interno del container dove viveva Ihor Varvachyn in quanto custode del canile giaceva senza vita il corpo dell'amico e connazionale Pavlo Zapprozhets. Era a pancia in giù con le gambe incrociate e le punte dei piedi distese giacché era senza scarpe con il volto rivolto verso l'ingresso del container in una pozza di sangue. Presentava numerose ferite da arma da taglio ed il lobo dell'orecchio sinistro tagliato oltre che una profonda lesione al capo sul lato sinistro.C'era sangue ovunque.

Un elettrodomestico sito all'interno del container ne era intriso tanto da riuscire a stento a scorgerne le parti metalliche. All'interno della cucina i militari rinvennero un coltello da cucina nel lavello semi immerso lungo circa 30 centimetri tra manico sporco di sangue e lama. Nel lavabo galleggiavano residui organici tra quelli di cibo. A terra i carabinieri ritrovarono tre pentole di cui alcune con il fondo divelto e sporche di sangue.

L'imputato quando sopraggiunsero i carabinieri disse di esser ferito, che aveva avuto una colluttazione con la vittima e che un'altra persona si era allontanata. I sanitari del 118 che accorsero constatarono il decesso della vittima ed appurarono che l'imputato non aveva lesioni ma venne comunque trasportato presso il presidio ospedaliero di Sessa Aurunca per accertamenti.

A seguito dei controlli e rilievi dei Ris del comando provinciale di Caserta si escluse la presenza di un'altra persona ed il racconto dell'imputato è stato considerato un tentativo di depistaggio. Riguardo la serata del 17 aprile 2022 come ricostruito dai carabinieri i due connazionali avevano deciso di festeggiare insieme Pasqua proprio nel container  dove Ihor Varvarchyn viveva in qualità di custode del canile. Complice l'alcol presumibilmente riemersero vecchi rancori e tra i due nacque un diverbio degenerato nel sangue.

Pavlo venne prima tramortito con una padellata alla testa da Ihor, cadde a terra e mentre era in posizione prona venne colpito da 30 fendenti con un coltello da cucina con lama monotagliente da 10 centimetri su tutto il corpo. I fendenti si concentrarono all'addome e al torace. Alcune coltellate provocarono la lesione del lobo inferiore del polmone sinistro e la lesione della parete cardiaca in corrispondenza del ventricolo sinistro. Lesioni quest'ultime che provocarono alla vittima uno shock ipovolemico di natura emorragica che portò ad una insufficienza cardiaca acuta e ciò ne determinò il decesso. Si torna in aula nel mese  di giugno per il conferimento incarico al perito trascrittore.

I familiari della vittima costituitisi parti civili sono difesi dagli avvocati Francesco Parente e Debora De Maio. L'imputato è assistito dagli avvocati Giulia Tescione e Antonio Antinucci.

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