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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Imprenditori nel mirino della Dda per traffico illecito di rifiuti: blitz e sequestri nel casertano

L'operazione del Noe sullo smaltimento illecito di 7mila tonnellate di veleni: business da un milione di euro

Tocca anche la provincia di Caserta l'operazione dei carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza di Napoli che hanno dato esecuzione ad undici provvedimenti cautelari, emessi dal gip di Roma su richiesta della Dda, per traffico illecito di rifiuti, riciclaggio e autoriciclaggio, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva. 

Nel mirino sono finiti imprenditori, titolari di aziende di trasporto e società di intermediazione - operanti nel settore rifiuti - residenti nelle province di Napoli, Milano, Roma, Brindisi, Isernia, Chieti, Frosinone e Salerno. L'indagine, condotta dal Noe di Salerno e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia, si è focalizzata sul fenomeno degli abbandoni di rifiuti speciali pericolosi e non. In particolare, riferisce SalernoToday, sono state accertate a carico degli indagati, colpiti dall'applicazione della misura coercitiva, reiterate azioni finalizzate a porre in essere illecite attività di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli indagati, mediante l'utilizzo di automezzi, noleggiati tramite una società terza estranea ai fatti, con mezzi fraudolenti, consistenti, da un lato, nella sostituzione delle targhe di immatricolazione con altrettante targhe riprodotte ed intestate ad un consorzio di trasporto rifiuti (estraneo ai fatti), dall'altro nella redazione di formulari di identificazione rifiuti (Fir) riportanti dati falsi relativi al sito di smaltimento, ricevevano da ignare società produttrici di rifiuti speciali non pericolosi - in prevalenza rifiuti urbani misti - e rifiuti speciali pericolosi - in prevalenza miscele bituminose - provenienti dai rifacimenti dei manti stradali, per una quantità complessiva accertata pari a circa 7mila tonnellate, per illegalmente smaltirli, mediante l'abbandono all'interno di un capannone in provincia di Frosinone, su alcuni terreni agricoli in provincia di Bari, Brindisi e Lecce e all'interno di una ex area industriale in provincia di Salerno

La genesi delle indagini a seguito del rinvenimento, a Sora di un capannone industriale colmo di rifiuti speciali in balle, costituiti da residui dell'attività di recupero/trattamento di Rsu. Le successive attività investigative permettevano di individuare le aziende produttrici dei rifiuti e le società di trasporto responsabili dell'illecito traffico. Nel dettaglio, le evidenze investigative hanno consentito di suddividere l'indagine in tre fasi, tratteggiate in relazione alla tipologia e alla destinazione finale dei rifiuti illecitamente gestiti: una prima fase riguarda la gestione di complessive 860 tonnellate circa di rifiuti speciali (plastiche e gomme frammiste a residui di Rsu), raccolti in alcune imprese campane e illecitamente abbandonati nel citato capannone di Sora, regolarmente preso in affitto da uno degli indagati; una seconda fase riguarda la gestione di complessive 126 tonnellate circa di rifiuti speciali (residui del trattamento dei rifiuti solidi urbani), provenienti da impianti di recupero della Campania e della Puglia, successivamente abbandonati in territorio pugliese su alcuni terreni e perfino, in una circostanza, nel parcheggio di un supermercato; una terza fase, infine, riguarda la gestione illecita di complessive 6mila tonnellate circa di diverse tipologie di rifiuti speciali anche pericolosi, provenienti da produttori di area campana, abbandonati lungo arterie stradali secondarie o terreni incolti

Gli approfonditi accertamenti investigativi, svolti con la predisposizione di specifici servizi di osservazione, controllo e pedinamento e attività di intercettazioni telefoniche ed ambientali, permettevano di individuare tutti i componenti del sodalizio criminale. Circa 7mila tonnellate sono state le quantità stimate di rifiuti smaltiti mediante attività di abbruciamento, interramento e occultamento in aree agricole e capannoni industriali, che avrebbero consentito agli indagati di trarne un ingiusto profitto per un importo complessivo stimato in circa 1 milione di euro. Le somme erano poi oggetto da parte degli indagati di illecite operazioni finanziarie di riciclaggio.

Oltre ad eseguire le 11 ordinanze di custodia cautelare in regime di arresti in carcere e domiciliari, venivano anche sequestrate le quote delle due società, i cui titolari sono ritenuti tra i principali organizzatori del traffico di rifiuti. Nel corso delle indagini erano già stati sequestrati il capannone di Sora, alcuni rimorchi carichi di rifiuti abbandonati in una area di parcheggio di un supermercato di Mesagne (Lecce) e una ex area industriale nel Comune di Pontecagnano.

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