rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

False fatture e prelievi in contanti per riciclare i soldi del clan, sequestrati orologi e auto di lusso | VIDEO

In carcere Luca Antonio Iorio dell'Ambienta ed Antonio Caliendo, in 6 ai domiciliari. L'indagine partita da accertamenti bancari sui capitali di alcune società in Bulgaria

Il volume dei soldi riciclati è "imponente". In tre anni, dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2022, sono stati movimentati oltre 11 milioni di euro tra pagamenti per false fatture, prelievi in contanti e bonifici verso conti all'estero. Emerge dall'inchiesta del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza di Roma, coordinata dalla Dda di Napoli, che ha portato all'arresto di 8 persone.

I nomi degli arrestati

In carcere sono finiti: Antonio Caliendo, 38enne di Casal di Principe, e Luca Antonio Iorio, 49enne di Calvi Risorta. Ai domiciliari, invece, Gaetano Marrapese, 49enne di Pastorano; Ersilia Carano, 59enne di Casal di Principe; Nicola Ferri, 69enne di San Marcellino; Nicolino Iorio, 79enne di Calvi Risorta e padre di Luca Antonio; Alfonsina Russo, 34enne di Casal di Principe; Silvana Delia Corvino, 68enne di Casal di Principe e madre di Antonio Caliendo. 

Dai soldi in Bulgaria all'imprenditore vicino ai Casalesi

I finanzieri partono da operazioni economiche effettuate in Bulgaria da persone e società che sarebbero collegate a clan di camorra. Nel mirino finisce Antonio Caliendo, imprenditore in contatto con persone inserite nel contesto del clan dei Casalesi, tra cui Nicola Schiavone (non indagato in questo procedimento), imprenditore di 56 anni coinvolto nell'indagine 'Normandia II' e cugino omonimo di un altro Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco Sandokan. 

La società dei rifiuti coinvolta

Seguendo la traccia dei soldi, i finanzieri fanno luce sugli affari dell'Ambienta, società dei rifiuti che sulla carta ha Marrapese come legale rappresentante ma l'amministratore di fatto è Luca Antonio Iorio. L'azienda, per gli inquirenti, è la diretta continuazione di un'altra società, la Casertana Recuperi, destinataria in passato di provvedimenti interdittivi antimafia adottati per la partecipazione al suo interno di Vincenzo Abbate (69enne di San Prisco non indagato in questo procedimento) ritenuto imprenditore vicino al boss dei Casalesi Michele Zagaria. 

False fatture per 7,5 milioni

Secondo quanto ricostruito, la società Ambienta, che opera nel campo dei rifiuti, avrebbe utilizzato diverse fatture emesse da società riconducibili a Caliendo per operazioni risultate inesistenti. In questo modo si registra un aumento dei costi che permette all'Ambienta di far uscire utili aziendali, destinati al riciclaggio.I bonifici ammontano a oltre 7,5 milioni di euro.  

Lo schema del riciclaggio: 3 milioni prelevati in contanti

Dall'Ambienta, attraverso bonifici per le fatture fittizie, i soldi passano così a società "filtro" riconducibili a Caliendo: Caliendo Appalti srl, Edil Scavi srls, Geca Costruzioni Scavi srls, Three Sister. Si tratta, per gli investigatori delle fiamme gialle, di società cartiera, cioè esistenti solo sulla carta appunto.

Ricevuti i bonifici, le cartiere trasferiscono parte delle provviste ad altre persone o società "a valle": Ersilia Carano, Silvana Delia Corvino, Nicola Ferri, Alfonsina Russo, Edilizia Carano srls, Dbs Costruzioni Scavi srls (già Europa Scavi srls), anch'esse riconducibili a Caliendo. Le figure a valle sono quelle che prelevano in contanti le somme di denaro provenienti dalle società: oltre 3 milioni di euro in 3 anni. 

I bonifici all'estero

Non solo i prelievi. Ci sono poi i bonifici all'estero, circa 914mila euro, su conti direttamente o indirettamente controllati da Caliendo e accesi presso istituti bancari esteri: Bulgaria, Regno Unito, Polonia, Germania, Belgio e Lituania.

I sequestri

Nel corso dell'operazione delle fiamme gialle, è stato eseguito il sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, per oltre 11 milioni di euro. Sotto chiave sono finiti anche orologi (tra cui Rolex e Cartier) e auto di lusso (tra cui Audi, Lamborghini e Ferrari). Sotto sequestro anche la totalità delle quote di partecipazione al capitale sociale e dei complessi aziendali di sei società.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

False fatture e prelievi in contanti per riciclare i soldi del clan, sequestrati orologi e auto di lusso | VIDEO

CasertaNews è in caricamento