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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Capua

Evade l'iva per pagare 300 dipendenti: imprenditore 'salvato' dalla prescrizione

Ha versato 70mila euro come acconto ma una nuova crisi di liquidità ha portato all'interruzione dei pagamenti

Sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. E' quanto stabilito dalla Sesta Sezione della Corte di Appello di Napoli nei confronti di Massimo Orsi, 60enne di Capua legale rappresentante ed amministratore della Sacom srl, azienda leader nei trasporti logistici transnazionali, finito sotto processo per omesso versamento d'iva per un importo pari a circa un milione di euro.

I giudici partenopei, accogliendo l'stanza dei legali di Orsi, gli avvocati Enzo Di Vaio e Domenico Pigrini, in riforma della sentenza di primo grado del tribunale di Santa Maria Capua Vetere -  emessa dal giudice monocratico Rosetta Stravino il 12 ottobre 2018 che condannava l'imprenditore ad 8 mesi di reclusione con annesso sequestro e confisca dei beni mobili ed immobili per equivalente - hanno dichiarato di non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato ascritto all'imputato.

Altresì è stato revocato il provvedimento di confisca sui beni con il conseguente dissequestro degli stessi. Secondo quanto accertato dagli inquirenti Massimo Orsi vantava nei confronti dell'Erario un debito pari a un milione e quattordicimila euro relativo all'anno d'posta 2011 in relazione al quale fu disposto il sequestro dei beni. Anzichè pagare l'Erario, a fronte di una crisi economica che toccava la sua azienda che vantava circa 300 dipendenti, molti dei quali monoreddito, non ha assolto ai debiti tributari per pagare i propri dipendenti.

Per far fronte alla crisi e salvare l'azienda Orsi aveva sottoscritto un accordo di ristrutturazione del debito con l'Agenzia dell' Entrate che prevedeva il versamento di 120 rate mensili. Ne furono pagate 33, circa 70.000 euro come parziale estinzione del debito. Un accordo che pareva funzionare fino a quando è sopraggiunta un ulteriore crisi di liquidità correlata a mancati incassi da Enti pubblici e società partecipate.

Al fine di dare prosecuzione al servizio di trasporti pubblico e la serenità finanziaria ai suoi dipendenti ha omesso il versamento delle imposte. Non si è trattato di una scellerata gestione ma il far fronte ad una necessità. 

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