rotate-mobile
Cronaca Casal di Principe

L'omicidio in spiaggia per dimostrare fedeltà al capoclan: i retroscena dell'agguato svelati dal pentito

Secondo l'accusa ad ammazzare Santagata furono i fratelli Cantiello su ordine di Francesco Bidognetti

Il sospetto di un tradimento, la prova di fedeltà al clan e la lotta per lo scettro del potere. Sono state queste le motivazioni alla base dell'omicidio di Pasquale Santagata, avvenuto, il 22 luglio 1988, su una spiaggia del 'Villaggio Coppola' di Castel Volturno, in prossimità del Parco delle Rose. Per il suo omicidio la Dda ha indagato Francesco Bidognetti alias 'Cicciotto e Mezzanotte’; Salvatore Cantiello alias ‘Carusiello'; il fratello di quest’ultimo, Vincenzo Cantiello; Pasquale Giovanni Vargas alias 'o fuggiasco'.

La vittima uccisa da due fratelli

Secondo quanto ricostruito dalla Direzione Distrettuale Antimafia il mandante dell'omicidio di Pasquale Santagata, allora trentatreenne, fu Francesco Bidognetti. Ad eseguire materialmente l'omicidio furono i fratelli Cantiello, Salvatore e Vincenzo. Pasquale Giovanni Vargas assunse il ruolo di specchiettista. L'omicidio, secondo quanto ricostruito dal pm della DDA Vincenzo Ranieri, maturò nell'ambito di una faida interna al clan tra le famiglie Schiavone-Bidognetti da una parte e quella di Antonio Bardellino dall'altra, fondatore del clan dei Casalesi. La causale dell'efferato delitto, ricostruita anche grazie alla collaborazione di alcuni pentiti (tra cui Carmine Schiavone) ha evidenziato la frattura interna alle famiglie  camorristiche consentendo di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. In particolar modo Vincenzo Cantiello (rappresentato dagli avvocati Carlo De Stavola ed Elisabetta Carfora), destinatario di una misura cautelare in carcere disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari Maria Luisa Miranda del Tribunale di Napoli eseguita dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe. Vincenzo Cantiello era l'unico degli indagati in libertà. Gli altri sono ristretti in regime di 41 bis.

L'ordine di Bidognetti per dimostrare fedeltà a Sandokan

L'uccisione del bardelliniano Pasquale Santagata, crivellato di colpi esplosi da un fucile e canne mozze e pistole a tamburo mentre si trovava sotto l’ombrellone, è stata la prova di fedeltà di Francesco Bidognetti al clan dei Casalesi, in particolar modo a Francesco Schiavone Sandokan. Carmine Schiavone in una sua dichiarazione, narrando dell'omicidio di Pasquale Santagata e riferendosi a Bidognetti, spiegò: “Gli fu imposto di ammazzare uno sulla Domiziana sul Villaggio Coppola, uno che stava lì sotto all'ombrellone a lui e De Falco (Vincenzo ucciso il 2 febbraio 1991 in una faida interna al clan dei Casalesi). Noi avevamo detto di farlo compromettere contro i Bardellino. Sapevamo che lui stava molto vicino ai Bardellino. Attraverso qualcuno di loro sapevano notizie che loro (i Bardellino) avevano fiducia in Bidognetti. Bidognetti li aveva traditi ma loro speravano che almeno Bidognetti si sarebbe alleato con loro per mettersi contro a noi. E a Bidognetti gli fu dato quell'incarico da mio cugino Sandokan e De Falco insieme. Infatti organizzarono questo attentato insieme ad un certo Vargas che all'epoca era capozona sulla zona di Castel Volturno Villaggio Coppola e mentre questo bardelliniano che ospitava 'Capacchione' (Antonio Salzillo nipote di Antonio Bardellino) stava sotto all'ombrellone a prendere il sole si avvicinarono ed ammazzarono a questo".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'omicidio in spiaggia per dimostrare fedeltà al capoclan: i retroscena dell'agguato svelati dal pentito

CasertaNews è in caricamento