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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Teano

Omicidio Mollicone, scontro tra periti nel processo d’Appello

Per il comandante Garofano Serena uccisa in caserma ma il consulente della difesa ribadisce: “Buco sulla porta non compatibile”

Serena Mollicone morta per asfissia: questa è l'unica certezza su cui concordano accusa e difesa. In aula, durante il processo in Corte d'Assise d'Appello, a testimoniare sono stati i periti di parte Luciano Garofano, ex comandante dei carabinieri del Ris di Parma, Saverio Potenza, medico legale, e la criminologa Roberta Bruzzone. 

"C’è la quasi certezza che Serena si trovasse nella caserma dei carabinieri di Arce. E al 98% è lì che fu aggredita. Questa è la conclusione a cui siamo arrivati”. Il modello matematico illustrato in aula dal generale Luciano Garofano ricostruisce così le ultime ore di Serena Mollicone. L’ex comandante del Ris, riferisce FrosinoneToday, è stato sentito come consulente delle parti civili nel processo d’appello per l’omicidio della 18enne di Arce.

Un punto analizzato in aula dalla criminologa Roberta Bruzzone: "L’assassino non voleva che il corpo fosse spostato, volevano farla ritrovare vicino al luogo dell’ultimo avvistamento. Questa secondo me era l’ipotesi del depistaggio".

Per il medico legale della difesa, Saverio Potenza, il buco sulla porta non sarebbe compatibile con la statura di Serena. Il processo continuerà il 30 gennaio.

Ricordiamo che a finire sotto processo, per la morte di Serena Mollicone, studentessa di Arce uccisa nel giugno del 2001, sono stati l'ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce Franco Mottola, il figlio Marco, moglie Annamaria, tutti di Teano. In primo grado sono stati assolti dalla Corte d'Assise di Cassino.

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