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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Camorra. L’auto nuova senza benzina: così Caterino doveva cadere in trappola

Era pronto un doppio gruppo di fuoco, ma la vittima designata aveva ‘subdorato’ qualcosa e non si presentò da solo

Sebastiano Caterino doveva morire. La decisione di uccidere colui che si era staccato dai Casalesi per creare un gruppo criminale autonomo, sfruttando la faida di Villa Literno degli anni 2000 e gli arresti eccellenti che ne erano seguiti, era stata presa direttamente dalla cupola del clan. E’ quanto emerge dagli atti dell’ordinanza a carico dei boss della camorra casertana.

Francesco Schiavone Cicciariello e Michele Zagaria avevano deciso di dare un segnale a chiunque volesse mettersi contro di loro. Ma prima dell’agguato fatale del 31 ottobre 2003, Caterino era scampato ad un’altra azione di fuoco. Accadde quanto la vittima designata aveva acquistato la nuova automobile da un concessionario di automobili sulla Domiziana a Castel Volturno. Il titolare fu avvicinato da “persone del clan” che gli ordinarono di consegnare la vettura senza benzina. In quel modo, secondo quanto hanno raccontato i pentiti, i sicari inviati da Cicciariello lo avrebbe sorpreso al distributore di benzina ed ucciso. E per non rischiare era già pronto un secondo gruppo di fuoco a Casal di Principe che sarebbe dovuto intervenire se Caterino fosse riuscito a scappare.

Ma quell’agguato non andò a buon fine perché Caterino si presentò con la “scorta” dal concessionario. Troppe persone pronte a sparare per difenderlo, spinsero Cicciariello a rimandare l’agguato. Che sarebbe stato messo a segno di lì a poco. Il 31 ottobre 2003 Caterino fu sorpreso a Santa Maria Capua Vetere in auto con Umberto De Falco: un’azione rapida che non lasciò scampo ad entrambi.

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