rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Appalti delle Ferrovie al clan: torna libero imprenditore

Revocati gli arresti domiciliari per Francesco Salzillo

Torna libero Francesco Salzillo, 46enne di Casal di Principe, imprenditore edile coinvolto nell'inchiesta 'Binario d'Oro' sugli appalti in odore di camorra affidati dalle Ferrovie dello Stato ad imprenditori collegati alla famiglia Schiavone di Casal di Principe.

L'Ottava Sezione del Riesame del tribunale di Napoli, in accoglimento dell'istanza di appello avverso l'ordinanza di rigetto dell'istanza di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari applicata a Salzillo proposta dai difensori gli avvocati Ferdinando Letizia e Pasquale Diana, ha revocato la misura cautelare disposta dal gip del tribunale di Napoli il 14 luglio 2022 disponendo l'immediata liberazione dell'imprenditore casalese.

Francesco Salzillo rientrava tra le 66 persone finite nel mirino della Dda nell'inchiesta contro il clan dei Casalesi, con 35 misure cautelari e circa 50 milioni di euro di beni messi sotto chiave. Le accuse per gli indagati vanno dall'associazione a delinquere di tipo mafioso all'estorsione, dall'intestazione fittizia di beni alla turbativa d'asta, dalla corruzione al riciclaggio nonché alla rilevazione di atti coperti da segreto d'indagine con l'aggravante della metodologia mafiosa.

Tre i filoni di inchiesta finiti sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti, uno riguardava le figure di Vincenzo e Nicola Schiavone. Quest'ultimo padrino di battesimo dell'omonimo Nicola Schiavone, figlio di Sandokan capoclan dei Casalesi. Per gli inquirenti Nicola Schiavone sarebbe cresciuto imprenditorialmente grazie ad un patto stretto col capoclan dei Casalesi. I soldi che venivano prodotti dalle attività illecite sarebbero stati ripuliti dall'imprenditore Dante Apicella, con cui le attività degli Schiavone si sarebbero intrecciate.

Dall'attività investigativa emersero fatture di Apicella al clan dei Casalesi grazie a società di comodo. Attraverso una fitta rete di prestanome riusciva ad operare nel settore degli appalti ed investimenti nonostante la condanna nel processo Spartacus. Attraverso i conti correnti delle aziende a lui intestate oltre che personali riusciva a riciclare il denaro del Clan o monetizzava con il cambio degli assegni la ricchezza derivante dall'attività del Clan. Francesco Salzillo, secondo gli inquirenti, era una pedina nella struttura imprenditoriale utilizzata da Apicella a tutto vantaggio della consorteria camorristica.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Appalti delle Ferrovie al clan: torna libero imprenditore

CasertaNews è in caricamento