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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Dipendente demansionato e relegato in una stanzetta, Asl e Inail condannate al risarcimento

Il giudice del lavoro dispone un indennizzo da oltre 7mila euro

Dipendente dell'unità operativa di Salute Mentale dell'Asl casertana dequalificato, contrae una malattia professionale. Il giudice del lavoro condanna l'Asl e l'Inail al risarcimento del danno e al riconoscimento delle dovute indennità. 

E' la vicenda che riguarda Roberto Di Marco, assistito dall'avvocato Domenico Carozza, dipendente dell'Azienda sanitaria locale del Capoluogo con contratto a tempo indeterminato dal 1992. I problemi lavorativi per il lavoratore sorgono nel febbraio del 2014 in coincidenza della riorganizzazione territoriale disposta dall'Asl riguardante l'accorpamento delle unità operative di salute mentale di Sessa Aurunca e Teano.

Prima della fusione tra i due dipartimenti Di Marco ricopriva come categoria D, mansioni come impiegato amministrativo occupandosi di tutte le istanze del personale anche medico, come ferie, permessi, malattie. Con l'accorpamento il lavoratore ha subito una progressiva marginalizzazione del proprio ruolo con il repentino svuotamento delle sue mansioni e isolamento nel contesto lavorativo. E' passato prima a ricoprire il ruolo di addetto al rilevamento delle presenze, poi ad inserimento dati nel gestionale della struttura ospedaliera poi revocato per essere assegnato ad altro dipendente con conseguente oscuramento del portale. 

E' stato relegato quindi in una stanzetta della struttura da solo con un pc non funzionante senza che potesse svolgere alcun tipo di attività.

Il giudice del lavoro Adriana Schiavoni del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha riconosciuto illegittima la dequalificazione professionale di Di Marco ed ha condannato l'Inail al pagamento di un indennizzo di 5986 euro; l'Asl a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale alla somma di 1282 euro. Entrambi gli enti al pagamento delle spese processuali pari alla somma complessiva di 4300 euro.

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