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Cronaca

Prorogato il carcere duro per il boss Della Ventura

La decisione della Corte di Cassazione: "Familiari rivestono ruolo apicale nel clan"

Prorogato di due anni il carcere duro per il boss del clan Belforte Antonio Della Ventura, referente dei Mazzacane per il Capoluogo. La conferma è arrivata dalla Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso presentato da Della Ventura che aveva impugnato il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Roma che aveva validato la proroga decisa dal Ministero di Giustizia.

Nel provvedimento la Suprema Corte ha richiamato alcuni passaggi della sentenza del magistrato di sorveglianza capitolino che si è soffermato sul ruolo ricoperto da Della Ventura nel clan Belforte. Un ruolo giudicato ancora "attivo" alla luce dell'arresto nel 2020 della moglie Concetta Buonocore e Michele Maravita (ordinanza poi annullata al Riesame nda). "Si muovono, in particolare, in questa direzione la nota trasmessa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli il 04/05/2020 e la nota trasmessa dalla Direzione Investigativa Antimafia il 05/06/2020, che richiamano diffusamente gli esiti delle più recenti attività d'indagine svolte nei confronti del clan Belforte di Marcianise, nel quale i componenti del nucleo familiare del ricorrente, tuttora, ricoprono un ruolo consortile di primo piano", scrivono i giudici.

A ciò si aggiunga il percorso rieducativo di Della Ventura "caratterizzato da un atteggiamento fortemente oppositivo verso le autorità penitenziarie. Sul punto, non si può che richiamare il passaggio motivazionale esplicitato nel provvedimento impugnato, in cui si evidenziava che 'nella relazione comportamentale dell'istituto di assegnazione non emerge che il condannato abbia mai dato segnali di revisione critica riguardo ai reati e nemmeno abbia mai mostrato la volontà di distaccarsi dall'organizzazione di appartenza, anzi, vengono segnalati diversi episodi disciplinari anche in epoca abbastanza recente'".

Infine, l'operatività del clan Belforte la cui modifica negli assetti "non incide sul ruolo associativo svolto da Della Ventura in seno al gruppo criminale di Marcianise nel corso degli anni e, soprattutto, non consente di ritenere attenuato il giudizio di pericolosità sociale".

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