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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Le mani del clan sul parcheggio, finanziere svela incontri e mazzette tra imprenditore e tecnici

L'ufficiale delle fiamme gialle racconta: "Summit tra Sagliocchi e Biondi nella cava. Quando l'accordo saltò voleva denunciare tutti"

"Incontrò Biondi in una cava a Maddaloni per mettersi d'accordo per l'aggiudicazione dei lavori per la realizzazione del parcheggio interrato. Sagliocchi (Michele Patrizio) fece riferimento alla somma versata per l'accordo, 400mila euro che vennero spartiti tra Biondi, Nocera e Greco, per avere la licenza". È quanto emerso nel processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi, in particolare del boss Michele Zagaria, nel parcheggio di via San Carlo a Caserta.

Il luogotenente della Guardia di Finanza di Roma che condusse le indagini, sentito dinanzi alla prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Sergio Enea con a latere Giuseppe Zullo e Norma Cardullo, ha svelato i retroscena dell'inchiesta coordinata dalla Dda partenopea in particolar modo delle intercettazioni ambientali acquisite nelle residenze prescelte per la detenzione di Michele Patrizio Sagliocchi.

"Le conversazioni intercorsero tra Sagliocchi ed il cognato Aldo Riccardi dove si faceva riferimento all'accordo con i tecnici per aggiudicarsi i lavori di esecuzione del parcheggio San Carlo. Questo accordo saltò e Sagliocchi minacciò di denunciare tutti i partecipi perché formalmente l'aggiudicazione dei lavori a Caserta era per 100mila euro ufficiali ma a nero lui versò altri 200mila euro", ha spiegato il finanziere.

"Sempre dalle intercettazioni è emerso che Sagliocchi pagò 500mila euro Giuseppe Greco (non indagato nda) per la variazione al progetto che avrebbe soddisfatto il requisito normativo tra stalli e box indispensabile per la realizzazione del parcheggio", ha proseguito l'ufficiale che ha fatto un excursus sulle società di movimento terra che realizzarono le opere di scavo per il parcheggio.

"Il primo contratto ci fu tra la ditta facente capo a Sagliocchi con Caruso e poi il subappalto tra Caruso e Fontana con la Fontana Trucks, dove Teresa Capaldo deteneva gran parte delle quote. Questo era il collegamento con Michele Zagaria", ha spiegato l'ufficiale.

Sono finiti sotto processo Michele Patrizio Sagliocchi, il boss Michele Zagaria, l’attuale dirigente del Comune di Caserta Francesco Biondi, l’architetto Carmine Domenico Nocera, Gaetano Riccardi nipote di Sagliocchi, Fabio Fontana, Teresa Capaldo, accusati a vario titolo di associazione a delinquere con l'aggravante della agevolazione mafiosa, corruzione, autoriciclaggio, falso ideologico, trasferimento fraudolento di valori. Si torna in aula nel mese di febbraio per il prosieguo dell'escussione dell'ufficiale delle Fiamme Gialle.

Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dai pm della Dda Alessandro D'Alessio e Fabrizio Vanorio, l'imprenditore Sagliocchi, amministratore di fatto delle società che si sono succedute nella costruzione del centralissimo parcheggio interrato su tre piani, avrebbe complessivamente corrisposto, a titolo corruttivo, 270mila euro in contanti agli architetti e all'ex dirigente del settore Urbanistico del Comune (nella vicenda corruttiva venne coinvolto anche l'ex assessore Giuseppe Greco cui posizione è stata archiviata) per agevolare il rilascio del permesso a costruire e degli altri atti connessi e susseguenti, nonché per evitare controlli sul cantiere da parte delle autorità preposte.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Giovanni Cantelli, Giuseppe Stellato, Enzo Di Vaio, Guido Diana, Michele Di Fraia, Paolo Di Furia, Emilio Martino, Alfonso Quarto, Alessandro Barbieri, Mauro Iodice, Stefano Montone, Giuseppe Ceceri. Il Comune di Caserta si è costituito parte civile rappresentato dall'avvocato Lidia Gallo.

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