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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Canile 'abusivo', da sgomberare 35 box: la sentenza del giudice

Dopo il ricorso è arrivata la decisione del Tar: il ricorrente dovrà pagare anche le spese legali all'Ente

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, Sezione Ottava, ha emesso una sentenza in merito al ricorso proposto da un cittadino contro il Comune di Casaluce, rappresentato e difeso dall'avvocato Vincenzo Franzese. Il ricorso contesta diversi atti adottati dal Comune di Casaluce: l'ordinanza sindacale numero 40 del 5 ottobre 2022, che ordinava lo sgombero di 35 box realizzati senza autorizzazioni, astenersi dall'introdurre ulteriori cani e trasferire quelli già detenuti entro 30 giorni; l'ordinanza d'inefficacia della Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata) e ogni altro atto connesso, preordinato, conseguente e/o comunque lesivo dei diritti e degli interessi del ricorrente, incluso il sopralluogo dell’ufficio tecnico comunale del 29 luglio 2022 mai comunicato.

Il ricorrente sostiene di essere proprietario di un terreno agricolo in cui gestisce un allevamento cinofilo. Egli aveva ottenuto le autorizzazioni necessarie per la costruzione di strutture destinate all'allevamento e per la realizzazione di box per cani. Successivamente, aveva comunicato al Comune la realizzazione di ulteriori box, ma l'amministrazione ha emesso l'ordinanza sindacale impugnata. Il Tribunale ha dichiarato il ricorso in parte improcedibile e in parte infondato.

Per quanto riguarda l'ordinanza di inefficacia della Cila, il Tribunale ha ritenuto il ricorso improcedibile in quanto successivamente è stata adottata un'ordinanza di demolizione che non è stata impugnata dal ricorrente. Per l'ordinanza sindacale di sgombero, il Tribunale ha respinto le censure del ricorrente. Ha sottolineato che tale provvedimento non è stato adottato per motivi urbanistici o edilizi, ma in risposta a comunicazioni del Dipartimento di prevenzione di medicina veterinaria, che aveva segnalato difformità e rischi legati alla presenza dei cani nei box non autorizzati. Il ricorso è stato quindi parzialmente respinto e dichiarato improcedibile.

Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese legali in favore dell'avvocato del Comune resistente, liquidate in 1.500 euro. La sentenza è esecutiva dall'autorità amministrativa.

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