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Cronaca Castel Volturno

Agguato e stesa fuori al bar, in 8 scelgono l'abbreviato

Vittime del raid i figli del ras Taurino. Poi gli spari all'esterno del locale

Rito abbreviato per tutti gli imputati. È stata questa la richiesta degli avvocati formulata nel corso dell'udienza preliminare celebrata dinanzi al giudice Saverio Vertuccio del Tribunale di Napoli nel processo a carico dei responsabili dell'agguato ai danni dei figli del ras dei Casalesi Ciro Taurino, alias Ciruzz e Pescopagano, Alessio e Salvatore Taurino nonché di Antonio Alfano amico della famiglia Taurino la notte prima di Ferragosto del 2019. Dopo il raid il gruppo si rese protagonista della 'stesa' all'esterno di un bar di Castel Volturno. 

Sono finiti sotto processo Luigi D'Antonio, la madre Assunta Castellano, la fidanzata Teresa Venosa, Lorenzo Esposito De Rosa, Andrea Rosario Guida, Francesco Iorio, Felice Marfella, Giorgio Monaco accusati a vario titolo di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, estorsione aggravata. Il Gup partenopeo ha accolto le istanze dei difensori, gli avvocati Enrico Capone, Mirella Baldascino, Paolo Caterino, Rocco Maria Spina, Michele Di Fraia, Crescenzo Maisto, Domenico Dello Iacono, Emilia Santagata, Alfredo e Gabriele Sciacca. Si torna in aula verso la fine del mese di maggio per la requisitoria del pm della Dda Graziella Arlomede e le discussioni degli avvocati.

Secondo la ricostruzione della Dda gli imputati avrebbero partecipato all'agguato con precisi intenti omicidiari ai danni delle vittime designate. La notte del 14 agosto 2019 a Castel Volturno in via Consortile a bordo di moto e scooter il gruppo d'assalto munito di mazze da baseball e armi da fuoco si diresse verso la Fiat Panda sulla quale viaggiavano i loro bersagli. Prima sbarrarono la strada al veicolo poi cominciarono a colpirlo nella parte posteriore sfondando i vetri. Imbracciarono due fucili a canne mozze marca Beretta cal 12 ed esplosero numerosi colpi verso le vittime. Antonio Alfano (passeggero anteriore) venne attinto al braccio sinistro, i due fratelli Taurino non vennero attinti grazie alla loro prontezza di riflessi che ne garantì la salvezza.

Dopo l'agguato il gruppo di fuoco nei pressi del Bar Attila realizzò una vera e propria stesa esplodendo dei colpi in aria a mo' di festeggiamento per l'operazione compiuta. Le indagini avviate dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta oltre ad individuare i responsabili del proposito omicidiari verso i figli del Ras dei Casalesi e dell'amico di famiglia ne disveló le motivazioni ed il prezzo a garanzia del silenzio. I motivi del proposito omicidiario erano quelli legati alla  lotta per la supremazia delle piazze di spaccio castellane.

Il silenzio venne garantito da una serie di episodi estorsivi compiuti verso i sodali da Luigi D'Antonio, la madre Assunta Castellano e la fidanzata Teresa Venosa. Venne richiesto un contributo ad alcuni sodali di 10 euro per un totale di 180 euro utile per il mantenimento del complice detenuto (D'Antonio). Se le estorsioni familiari servivano a garantire i silenzio dei partecipi all'agguato, l'ordine di pestaggio in carcere partito da Luigi D'Antonio ai danni del padre di due delle sue vittime Ciruzz e Pescopagano serviva per rafforzare il suo ruolo di neo capoclan in puro stile paranza dei bambini di collaudata consorteria criminale.

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