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Cronaca Carinaro

Omicidio di camorra avvenuto nel '93: custodia cautelare per 4 persone ritenute affiliate ai Casalesi fazione Bidognetti

Carinaro - Nelle prime ore di stamana, ad epilogo di un'indagine coordinata dalla Procura Antimafia di Napoli, la Squadra Mobile di Caserta diretta dal Vice Questore dr. Alessandro Tocco, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere...

Nelle prime ore di stamana, ad epilogo di un'indagine coordinata dalla Procura Antimafia di Napoli, la Squadra Mobile di Caserta diretta dal Vice Questore dr. Alessandro Tocco, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall'Uff. G.I.P. presso il Tribunale partenopeo, in relazione ai reati di omicidio pluri-aggravato, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare l'organizzazione di stampo mafioso denominata clan dei Casalesi, nei confronti di quattro persone, affiliate alla fazione Bidognetti , di seguito generalizzate: Cantone Raffaele, alias o' Malapell', nato a Trentola Ducenta (Caserta) il 23.11.1960, detenuto; Coscione Luigi, alias o' Marsiglies', nato ad Aversa (CE) il 25.07.1972, ivi res., libero; Cristofaro Giuseppe, nato a Lusciano (CE) il 17.03.1949, detenuto; De Vito Luigi, alias o' sciuocc', nato a Casal di Principe (CE) il 02.05.1968, detenuto.
I quattro sono gravemente indiziati dell' omicidio di Motti Domenico, nato a Maddaloni (CE) il 21.07.1972, consumato il 31.08.1993 a Carinaro (CE).In particolare, il provvedimento restrittivo rappresenta l'esito di un'accurata indagine, anche di carattere tecnico, suffragata dalle dichiarazioni dei c.d.g. Cantone Francesco, alias o' Malapell', fratello del citato Raffaele, e Della Corte Francesco, alias o' Lion', entrambi coinvolti nell'esecuzione materiale del delitto insieme a pellegrino Valentino, nato a San Cipriano d'Aversa (CE) il 5.08.1962, nel frattempo deceduto.
Secondo le risultanze investigative, i vertici del clan Bidognetti "decretarono" la eliminazione di MOTTI Domenico perché questi, affiliato all'organizzazione, stava tentando di allontanarsene.
Pertanto, anche come monito per tutti i proseliti sull'inviolabilità del vincolo associativo, ne venne decisa l'esemplare eliminazione, affidando l'incarico a Della Corte Francesco il quale, amico fidato di Motti, avrebbe potuto più agevolmente attirarlo in una trappola.Le univoche risultanze investigative hanno permesso di delineare i ruoli di tutti gli indagati, in particolare: De Vito Luigi, era stato il latore del mandato omicidiario, incaricando per volontà dei capi il restio Della Corte Francesco, più volte sollecitato a dare esecuzione alla loro volontà; Cristofaro Giuseppe, invece, procurò al commando la vettura, rubata, utilizzata per l'assassinio, essendo pienamente consapevole della circostanza che doveva essere utilizzata per il raid omicidiario; Cantone Raffaele partecipò alla fase preparatoria dell'omicidio, così come Pellegrino Valentino, che effettuò anche i sopralluoghi sul luogo scelto per l'agguato, in occasione del quale svolse un ruolo di "specchiettista" e di supporto logistico, insieme a Cantone Francesco.Invece, Della Corte Francesco, dopo avere attirato la vittima designata nel tranello, con il pretesto di un appuntamento, accompagnò sul luogo del delitto Coscione Luigi, unico degli indagati tuttora libero, che, utilizzando una pistola semiautomatica Beretta cal. 7.65, materialmente sparò all'indirizzo della vittima.Inoltre, in relazione all'omicidio di Motti Domenico è indagato, quale mandante, il capo-clan Bidognetti Domenico, Cicciotto e mezzanotte.

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