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Domenica, 28 Aprile 2024
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I lavori del nuovo Archivio di Stato bloccati da 4 anni. "Gravi irregolarità, ora sappiamo la verità"

La senatrice Corrado: "Si va verso la risoluzione del contratto, ma i soldi stanziati non basteranno"

“Il più recente tassello dell’annosa vicenda dell’Archivio di Stato di Caserta dimostra cosa accade quando la preoccupazione per la correttezza del procedimento amministrativo assorbe tutte le energie della PA, diventando il fine principale, e diventa un alibi per giustificare situazioni in cui il perseguimento dell’interesse pubblico è stato perso di vista completamente”. Lo denuncia in una nota la senatrice uscente Margherita Corrado.

“Il 30 agosto la Segreteria del ministro della Cultura mi ha inviato la nota, comprensiva di 26 allegati, che la dirigente degli Archivi ha fatto pervenire a quell’ufficio e al Segretario Generale nonché, per conoscenza, all’Ufficio Legislativo e al Comando Generale dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. La nota risponde alla mia segnalazione del 9 agosto circa le indecorose condizioni in cui è custodito, da decenni, il materiale archivistico casertano, stipato ai piani terra e seminterrato di un condominio, esposto all’umidità, alle infiltrazioni di acque meteoriche e ai rischi derivanti dalle problematiche strutturali del palazzo e degli ambienti dedicati, come ho verificato di persona a giugno scorso, prima di presentare una interrogazione”.

“Semplificando, le carte dicono che in Viale dei Bersaglieri è tutto a posto, solo che, a ben vedere, l’intervento è riuscito ma il paziente è morto” commenta la Corrado. “Quanto al fatto che il materiale avrebbe dovuto essere trasferito nell’emiciclo antistante alla Reggia, giova ricordare che i lavori di rifunzionalizzazione nella ex Caserma Pollio sono fermi da maggio 2018. Anche su questo, i documenti inviati attestano che in ‘casa MiC’ è tutto a posto e fanno luce sugli sviluppi più recenti. Cioè quello di grave irregolarità e grave ritardo da parte dell’appaltatore che apre le porte al procedimento di risoluzione del contratto per grave inadempimento. Il danno erariale è palese, né può sfuggire che le risorse disponibili per eseguire i lavori, trascorrendo anni da quando furono stanziate, non saranno più sufficienti alla completa realizzazione. Ora sappiamo perché tutto è fermo, e questo dovrebbe bastarci secondo la Direzione generale Archivi del Ministero della cultura, che si assolve accampando la giustificazione di non essere stazione appaltante dei lavori. Perché il compito del MiC non è, evidentemente, di attuare il mandato costituzionale e governare i processi ma di esserne mero testimone, limitandosi a chiedere con cadenza regolare informazioni a chi agisce (o non agisce), e poter vedere crescere la pila di documenti sulla scrivania, o meglio nelle cartelle del pc, impegnare numeri di protocollo, firmare atti, senza che quella inazione (altrui) foriera di danni irreversibili al patrimonio archivistico di Terra di Lavoro riceva alcuna reprimenda né il sonno del Provveditorato OO.PP., su cui non gravano le urgenze della tutela, sia mai turbato da alcun cenno di contestazione. Del coma irreversibile delle istituzioni locali sarebbe superfluo parlare” conclude la senatrice.

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