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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Nasce il Coordinamento Unitario del Patrimonio Bufalino

Associazioni e sindacati insieme per farsi valere nei tavoli politici: prime richieste alla Regione Campania. Tavolo con i sindaci il 7 gennaio

Nasce il Coordinamento Unitario Difesa del Patrimonio Bufalino. Ieri si è tenuto l'incontro tra le associazioni, le organizzazioni sindacali e i movimenti che stanno animando l'iniziativa e nel quale è stato lanciato un appello alla mobilitazione. Già il 3 gennaio si era svolto, via web, un incontro convocato da Altragricoltura, dall'Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, dal Siaab e dalla Consulta Allevatori di Grazzanise aperto alla partecipazione dei sindaci, degli eletti e delle realtà sociali di territorio per discutere della situazione del comparto all'indomani della presentazione di atti legali tesi ad ottenere giustizia su quello che viene ritenuto un indecoroso e irresponsabile massacro di bufale e di aziende che sta compromettendo il grande e storico patrimonio bufalino del Paese.

Gianni Fabbris (per la presidenza della Confederazione Altragricoltura), Adriano Noviello (per l'Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea), Lino Martone (Siaab), Paolo Carlino (per la Lega Allevatori Bufalini), Domenico Fenizia (per l'Associazione Amici della Bufala), in nome delle associazioni che presiedono e degli allevatori associati, vale a dire la maggioranza delle aziende allevatrici del territorio casertano, hanno sottoscritto un documento con cui fissano i cinque obiettivi posti alla nuova fase unitaria della mobilitazione e hanno convocano lo stato di agitazione di tutta la filiera bufalina e fissato "entro il 26 gennaio, nelle forme che sanno decise nei prossimi giorni, un'ampia e determinata manifestazione popolare per ottenere quelle risposte che finora le istituzioni non hanno voluto o saputo dare".

Oltre alle richieste già presentate a Governo, Parlamento e Commissione Europea ci sono cinque punti che riguardano direttamente la Regione Campania: la richiesta di apertura del confronto con i sottoscrittori sulla base dei documenti elaborati dalle associazioni unificati dalla comune proposta di assumere come base il piano di vaccinazione contro la brucella e finalizzati ad un piano di rilancio e tutela della filiera bufalina (allevatori, trasformatori artigianali, trasportatori e distributori non industriali) contro la speculazione finanziaria; il confronto con la Regione Campania è subordinato a due condizioni pregiudiziali e cioè che la Regione chiarisca le circostanze del fallimento del piano anti brucella e anti tbc fin qui gestito per come si è evidenziato dai numeri emersi a seguito delle indagini della magistratura e rimuova dall'incarico i dirigenti che lo hanno gestito a cominciare, fra gli altri, dal Antonio Limone e Paolo Sarnelli.

Nel documento, che è già stato inviato ai sindaci del territorio, vengono anche fissate le prime modalità operative in vista della mobilitazione che nelle prossime tre settimane ha l'obiettivo di mettere in campo la più larga e partecipata azione di mobilitazione popolare per una campagna che punta a far diventare la vertenza per la difesa del patrimonio bufalino una "grande questione sociale nazionale e internazionale, avendo il settore una valenza strategica per tutto il 'Made in Italy' e l'agroalimentare del Paese e per sottrarlo alle corte manovre speculative che vorrebbero rinchiudere la vicenda nella marginalità delle cronache giudiziarie".

I sottoscrittori del documento sottolineano che "la nascita del Coordinamento Unitario per la Difesa del Patrimonio Biufalino è la migliore risposta ai patetici tentativi, destinati a fallire, di dividere gli allevatori scegliendosi interlocutori senza alcuna reale legittimazione. Gli allevatori hanno ben chiaro quali sono i loro interessi e, invece di perdere tempo in inutili tentativi di divisione, la Regione e Roma diano risposte chiare e definitive alle domande che poniamo da troppo tempo inascoltati".

Il Coordinamento, quindi, lancia 5 appelli: agli allevatori casertani all'unità, a tutti i soggetti impegnati a difendere l'agroalimentare nazionale a sostenere la vertenza, ai sindaci a scendere in campo senza indugi per tutelare le comunità, agli uomini e le donne della comunicazione perchè "vadano oltre le veline dei comunicati ufficiali" e, mettendo in campo la loro indipendenza e capacità professionale, a raccontare la verità sull'irresponsabile massacro delle mandrie e delle aziende e sugli interessi che ci sono dietro.

Il documento è aperto alla partecipazione di tutti gli uomini e donne libere e le associazioni e realtà istituzionali che vorranno partecipare al percorso di mobilitazione e che potranno aderire inviando una mail a salviamolebufale@altragricoltura.net.

Il coordinamento, nell'inviare il documento ai sindaci, li ha invitati ad un nuovo incontro per il 7 gennaio alle ore 17

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