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Venerdì, 26 Aprile 2024

Il manager allo scoperto dopo le proteste: "Il vaccino non basta per eradicare la brucellosi" | VIDEO

Il vaccino, da solo, non basta per eradicare il problema della brucellosi. E’ il pensiero di Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico, che, dopo settimane di polemiche e proteste da parte degli allevatori casertani, ha deciso di dire la sua sulla vicenda degli abbattimenti di animali non infetti, finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Le proteste degli ultimi giorni, infatti, emergono da un dato trasmesso dall’Asl agli inquirenti, quello relativo agli abbattimenti “ingiustificati” di bufale per sospetta brucellosi o per sospetta tubercolosi. Questo perché, come hanno spiegato i rappresentanti degli allevatori, la strategia seguita negli ultimi 10 anni era quella di abbattere tutti i capi degli allevamenti dove veniva identificato un animale affetto da brucellosi o tubercolosi, per poi effettuare test successivi su tutte le carcasse destinate alla macellazione. Da qui sono emersi dati contrastanti che, come denunciato dagli allevatori, hanno portato, solo in provincia di Caserta, alla chiusura di 300 aziende.

Da poche ore, dopo le forti pressioni degli ultimi giorni, con tanto di sciopero della fame di due allevatori casertani, la Regione Campania, per il tramite dell’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo (casertano anche lui), ha varato il nuovo piano d’azione, che prevede l'introduzione dell'obbligo vaccinale nell’area “cluster” dei quattro Comuni a maggiore concentrazione di focolai (Cancello e Arnone, Castel Volturno, Grazzanise, Santa Maria La Fossa) per i capi tra i sei ed i nove mesi di età, per un periodo di sei anni; introduzione facoltativa del vaccino nei sette Comuni dell’area “buffer” (Villa Literno, Pignataro Maggiore, Carinola, Capua, Francolise, Mondragone, San Tammaro); incremento della frequenza dei controlli negli allevamenti che presentano focolai di infezione (controlli previsti con cadenza bisettimanale); riduzione dei tempi di diagnostica da sette a cinque giorni lavorativi; screening obbligatori e obbligo di pastorizzazione del latte nell'area "cluster"; realizzazione di stalle contumaciali. 

Ma il vaccino, come detto, da solo potrebbe non bastare. Come spiega il manager Antonio Limone in un video dell'istituto realizzato proprio per rispondere alle polemiche delle ultime settimane. “Per eradicare la malattia, basta applicare le norme europee e nazionali. Altrimenti i piani falliscono. Non si può far crescere un comparto se ci sono molti focolai di brucella e tubercolosi. Le malattie infettive sono la vera palla al piede di una produzione di una grande prelibatezza come quella della mozzarella di bufala campana. Il vaccino non eradica la malattia, la attenua. Se l’obiettivo è eradicare dobbiamo fare uno sforzo importante”.

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