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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Pd, da Caserta appello ai vertici nazionali: "Mandato a Letta fino al 2023"

Il circolo guidato da Tresca chiede che l'incarico da affidare ad Enrico Letta non sia finalizzato soltanto a traghettare il partito ad un congresso in autunno

Le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd hanno aperto una profonda 'ferita' all'interno del partito, a tutti i livelli. E dal circolo di Caserta, guidato dal segretario Enrico Tresca, arriva un appello ai vertici nazionali per il futuro dei Democrat, dopo la candidatura di Enrico Letta alla guida del partito.

"Ci sentiamo parte di questa comunità, abbiamo sostenuto con convinzione la segreteria Zingaretti e sentiamo la necessità di comunicare ciò che percepiamo nella nostra città che amministriamo - scrive il circolo casertano in una missiva inviata alla presidenza dell'assemblea nazionale del Pd - Forte è il senso di sconcerto dei nostri elettori e dei nostri concittadini per quello che sta accadendo. La rappresentazione di un partito attento solo alle sue dinamiche interne e ai suoi posizionamenti svilisce l’impegno di tanti di noi e suscita spaesamento e delusione nella nostra comunità, sentimenti che speriamo non si traducano in rabbia e distacco. E tutto questo mentre siamo alle prese con la più grave crisi del dopoguerra, che innesca ricadute pesantissime in un tessuto economico sociale già fragile e precario, in cui ad esempio il reddito di cittadinanza riguarda centinaia di concittadini in difficoltà già da prima del Covid. L'esistenza stessa del partito trova giustificazione nella sua capacità di stare in questa battaglia campale, e di starci dalla parte giusta, quella dei cittadini fiaccati e provati, che si aspettano serietà di proposta e di impegno, che dia impulso alla speranza di riconquistare un posto nella società per sé e i propri figli, riducendo distanze e disuguaglianze".

"Il partito nel 2019 è uscito da un isolamento nello scacchiere politico che lo condannava all’irrilevanza dopo le sciagurate elezioni del 2018, quando ha deciso di sostenere il governo Conte - aggiungono i Democrat casertani - Ma la vita del partito non può risolversi nella funzione di governo. Anzi, quella funzione deve essere occasione per innervare un dibattito diffuso sulla proposta riformista per il Paese, a partire dalla condizione data, cioè la crisi sanitaria, economica e sociale, e dalle parole e dai volti di chi la crisi la sta attraversando. Il partito invece a noi in periferia dà l’impressione di non esserci stato in nessuna delle sue articolazioni. Non basta più solo comunicare, occorre recuperare capacità organizzativa, muovere le fila di un discorso che diventi comune nella fatica dell’ascolto e del confronto, un discorso che diventi prassi organizzativa da sostenere e rilanciare a tutti i livelli".

Il Pd di Caserta chiede che l'incarico da affidare ad Enrico Letta non sia finalizzato soltanto a traghettare il partito ad un congresso in autunno, chiesto soprattutto dagli ex renziani, ma soprattutto a riorganizzare e rilanciare l'azione del Pd. "Il Paese non sarà più quello di prima, nè è auspicabile che torni ad esserlo per quanto riguarda il suo assetto economico e sociale - sottolinea il Pd di Caserta nella missiva - Dunque bisogna immaginare e costruire un futuro nuovo, di nuova relazione tra gli uomini e con l'ambiente. E noi non possiamo stare fermi, ma non possiamo neanche muoverci in maniera insensata. La direzione verso il futuro attraverso un un campo largo riformista, che vada oltre il Pd e che veda nel Pd uno dei soggetti politici che se ne assuma le responsabilità di prospettiva non è rinviabile. Per questo riteniamo che la proposta di affidare la guida del partito a Enrico Letta debba essere accompagnata dalla necessaria chiarezza di mandato fino al 2023, in modo che si organizzi la discussione sul futuro del Paese nel tempo eccezionale di questo Governo, che da solo segna il passaggio irreversibile a una nuova fase della vita repubblicana e di organizzazione del campo politico. Dunque, dobbiamo essere pronti a discutere, non a contarci, nei luoghi delle donne e degli uomini in carne e ossa, per riconnettere questa comunità con le sofferenze e le disuguaglianze della società italiana attuale e offrirle la speranza del riformismo democratico".

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