Pd, un problema tira l’altro. Anche Caserta rischia il commissario

Se da un lato c’è un’assemblea sospesa che non eleggerà, nel volger delle prossime 24 ore, il nuovo segretario regionale, con l’ombra di un commissariamento che aleggia sempre più vicino, dall’altro c’è anche un’altra partita che rischia di aprirsi e che riguarda, molto più da vicino, il Partito democratico di Caserta.

Perché la mossa di chiamare in causa la commissione di garanzia nazionale, presieduta da Silvia Velo, ha sì permesso ai “ribelli” (con in testa Gennaro Oliviero ed Umberto Del Basso De Caro) di portare a casa il primo round, ma rischia di avere ulteriori conseguenze sulla segreteria provinciale di Caserta. Il cui futuro è messo in bilico proprio da ciò che la Velo ha messo nero su bianco nella delibera firmata mercoledì sera ed inviata a Napoli. “In merito al quesito inerente i componenti l’Assemblea regionale eletti nel Collegio provinciale di Caserta - si legge - si richiama la delibera numero 15 del 16 luglio 2021 nella parte in cui viene deliberato che gli iscritti che, alla data di chiusura del tesseramento dell’anno successivo a quello di iscrizione, non avessero rinnovato la propria adesione al PD, sono da considerarsi non più iscritti, con la conseguenza della decadenza automatica da tutti gli organismi elettivi di cui dovessero far parte. Pertanto, per ognuno dei componenti l’Assemblea regionale, va verificata l’iscrizione continuativa al PD per gli anni 2019, 2020 e 2021”.

Ed è qui che iniziano i ‘problemi casertani’. Perchè in Terra di Lavoro il tesseramento 2020 non è stato mai approvato ed il 2021 neanche iniziato. Di fatto, dunque, si rischia la decadenza totale degli organismi direttivi, attualmente guidati dal segretario provinciale Emiddio Cimmino, con un nuovo commissarimento del partito provinciale.