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Massimo Mercurio Romano su situazione IdV Caserta

Caserta - "Prendendo spunto dalla notizia 'insolita', che riguarda la decisione dell'On. Di Pietro di proclamarsi Commissario provinciale di Caserta, ed ai fini di una corretta ed imparziale informazione, gradirei procedere ( mea sponte...

"Prendendo spunto dalla notizia 'insolita', che riguarda la decisione dell'On. Di Pietro di proclamarsi Commissario provinciale di Caserta, ed ai fini di una corretta ed imparziale informazione, gradirei procedere ( mea sponte ovviamente) ad una serie di considerazioni in merito a quello che la stampa locale ha definito, ripetutamente, come un vero e proprio 'terremoto'e parto con la mia riflessione proprio dall'analisi della parola 'terremoto'.
Il 'Terremoto', avvenimento tragico, si sa, è un fatto straordinario, mai prevedibile, che all'improvviso coglie, in modo devastante, la normale quotidianità di un territorio e della sua popolazione.
Io credo che quello che è stato definito 'terremoto in casa IdV', mi sia permesso dirlo da ex dirigente,ex partecipante,ex portatore d'acqua, di lunga data di IdV, attualmente iscritto al partito, sia tutto fuorché un terremoto. Esso manca, infatti, della caratteristica fondamentale della imprevedibilità. Mi sento 'autorizzato' ( forse perché ancora iscritto?) ad esprimere questo parere perché la mia presenza in IdV risale a molti anni fa, certamente prima del dott. Americo Porfidia ed anche prima del Senatore Nello Formisano. Ho visto tanta gente transitare in questo partito ed ho visto la delusione di chi ha dato, anche più di me, dopo essere stato sistematicamente messo da parte.
I segnali del terremoto c'erano tutti, già da tempo. Il problema risiedeva tutto nella capacità di interpretarli. Già durante la preparazione delle regionali si è notata una certa indifferenza verso il rinnovamento. Infatti, la stampa ha più volte interpretato la vittoria di Giordano come l'espressione della consolidata aggregazione Formisano – Porfidia, mentre la sconfitta di Lorenzo Diana, con lusinghiero risultato che nessuno palesa, come la disfatta di De Magistris.
Troppi giri complessi di analisi di voto per dire che ha vinto chi aveva preso più voti senza tenere conto di un solo dato significativo, sempre secondo me, che riguarda la lunga assenza di Diana dallo scenario di " candidato" e la sua candidatura in IdV, da indipendente, poco tempo prima delle elezioni( mi piace ricordare che i candidati alle regionali dovevano passare al vaglio dell'ufficio di presidenza del partito e quindi essere " sdoganati").
Adesso sono tutti li a chiedersi perché il Presidente di un partito debba fare delle scelte, oppure faccia delle scelte così estreme mai viste prima. Beh, l'On. Di Pietro ha abituato i suoi elettori, i suoi dirigenti a certe scelte…
Adesso abbiamo il toto-subcommissario perché non si è voluto scegliere tra Giordano e Diana. Scusate, mi chiedo, ma non esiste nessun altro, oltre queste due persone , in grado di garantire il partito ed il suo partecipare alla vita politica in provincia di Caserta?
Oppure non vi è nessuno in grado di garantire i soliti equilibri che hanno visto mortificata la base di IdV e tutti gli altri, oltre Giordano e Diana?
Nessuno in grado di fare il Commissario Provinciale, incarico per altro impegnativo e scocciante (Passariello docet), tanto che il Presidente lo avoca a se quasi 'ad interim', in attesa di chiarimenti e proposte?
Sarebbe il caso di non nascondersi dietro il mignolo e di dire le cose come stanno evitando di attribuire solo ad una gestione De Magistris – Formisano la 'non scelta' di uno anziché dell'altro (Diana- Giordano).
Giordano faccia il capogruppo e Diana si occupi dell'antimafia mi verrebbe da dire visto che ho sempre sostenuto che i coordinatori regionali e provinciali, di tutti i partiti e non solo di IDV, non debbano essere cariche 'condivise' con altri incarichi più o meno istituzionali che allontanino dal territorio e dalle sue istanze .
Non credo che a questo partito, a livello locale e nazionale, sia mai mancata la capacità di analizzare il 'contesto politico', del resto i molti risultati ottenuti mostrano chiaramente questa capacità. Allora dov'è il problema? Il problema risiede essenzialmente, no nell'incapacità di analizzare ed interpretare, ma nella volontà di non interpretare, in ultima istanza, molto più semplicemente, nel non voler vedere quei segnali di cui ho parlato in precedenza.
Già nei mesi precedenti si era consumato un addio eccellente, parliamo dell'unico eurodeputato della provincia di Caserta, un segnale molto chiaro del disagio, largamente avvertito, all'interno dell'Italia dei Valori, a cui mai nessuno ha voluto e saputo dare risposta, tant'è che la stampa, ancora oggi, attribuisce il terremoto IdV all'addio di Porfidia ignorando (volutamente?) l'addio dell'eurodeputato Iovine, cosa assai più grave rispetto all'addio di un parlamentare autosospeso e da tempo iscritto al gruppo misto! Ma questo disagio, avvertito all'interno dell'IdV casertano, era in realtà solo il sintomo di una infezione più grande che da tempo affliggeva, a Caserta come a livello regionale, questo partito. Parlo della mancanza di pluralismo, la grande ricchezza della democrazia, il criterio che permette di distinguere quest'ultima dai regimi autoritari.
Ebbene, essere disposti alla partecipazione, al pluralismo, al confronto costante ed alla crescita, non sono elementi che nell'Italia dei Valori hanno avuto il peso che meritavano, anzi sono state tutte buone ragioni per venir esclusi dalla vita del partito.
Quello che è accaduto in questi ultimi giorni, quindi, non è altro che la logica conseguenza di questa mancanza di pluralismo che, nessun Commissario, e nemmeno l'On. Di Pietro stesso, potrà risolvere con i consueti incontri politici con gli uomini del partito.
Qui si tratta di ripensare un modo di fare politica che non sia frutto delle linee di un suolo uomo, ma della partecipazione di tutte le componenti del partito. Si è parlato di un partito che comunque, nel bene e nel male, era nato e cresciuto tanto a Caserta, ma a quali condizioni mi chiedo? Se si è arrivati a questo punto, con ogni probabilità, non era cresciuto in modo corretto, vale a dire, sostenuto da tutte le sue componenti.
Non basta lanciarsi veleno attraverso la stampa con articoli carichi di interpretazioni assai personali, bisogna scrivere appelli rivolti alla base dell'IdV, ai portatori d'acqua, ai veri iscritti, a quelli che hanno dato e danno ancora, a quelli che hanno contribuito con i loro impegno personale, senza avere nulla in cambio, alla vita di questo partito. Quelli che hanno portato firme e voti, quelli che sono stati sistematicamente ignorati nell'assoluto rispetto del PLURALISMO che non esiste".

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