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Lettera a Gianluigi Guarino di Riccardo Ventre

Caserta - "Caro GianluigiHo voluto far passare qualche ora prima di fare con te, sia pure idealmente, delle riflessionipolitiche, come spesso ci è capitato in questi ultimi tempi sulla situazione Campana e Casertana inparticolare; e...

"Caro GianluigiHo voluto far passare qualche ora prima di fare con te, sia pure idealmente, delle riflessionipolitiche, come spesso ci è capitato in questi ultimi tempi sulla situazione Campana e Casertana inparticolare; e paradossalmente queste riflessioni voglio fare proprio prendendo lo spunto dalla tuavicenda giudiziaria della quale avevi pubblicamente e coraggiosamente parlato dal tuo giornale econ me più volte telefonicamente.
La considerazione socio-politica che io intendo fare con te e con i lettori è la seguente:
la provincia italiana è stata, e per certi versi continua ad essere, fonte di notevole elaborazioneculturale, artistica ed a volte anche politica.Accanto a tante positività, tuttavia la provincia presenta, ed in forma marcata anche da noi, il gravefenomeno del giornale "strillato".
Quanti pianti, quante depressioni individuali e familiari, quante malattie, quante amarezze questofenomeno ha prodotto produce e purtroppo produrrà ancora.Ebbene se il fenomeno esiste significa che esso è generato da noi lettori, come è stato acutamentescritto in questi giorni dall'ottimo Francesco Marino, ma che vi sono anche giornalisti che a talidomande del lettore danno risposta, utilizzando a volte – come nel tuo caso – un grandissimotalento di cui sono dotati.Ed allora, come politico ho il dovere di chiedermi perché ciò avvenga.
Perché cioè grandi giornalisti, si dico grandi, come te , come l'ottimo Pasquale Clemente( per citare solo voi due ma da noi ve ne sono tanti altri), che hanno mostrato e mostranoquotidianamente di saper utilizzare mirabilmente la penna ed al tempo stesso di sapere fondare edirigere giornali, sono costretti, certamente loro malgrado, ad interpretare il desiderio "del sangueche scorre" del cittadino lettore ed a mettere così la loro grande professionalità a servizio di questoinsano desiderio?
A mio giudizio la colpa principale va individuata in noi, classe politica dirigente, per i motiviseguenti:
1) non siamo capaci come dovremmo, di incidere autenticamente sulle coscienze;
2) non siamo capaci di creare situazioni culturali che possano esprimere quotidiani che sianoautenticamente tali;
3) non siamo capaci di creare condizioni economiche che concorrano a sviluppare una stampa chepossa in qualche modo essere più libera rispetto alla morbosa passione dei lettori.
4) e per ultimo, ma non di minore importanza, quante volte noi stessi politici abbiamo gioitodel titolo e|o della notizia negativa che colpiva il nostro avversario e ce ne siamo giovati?Ed ecco che giornalisti di valore, di autentico valore, hanno una duplice via da percorrere: emigrareoppure soccombere.
Io stesso come tu sai e la mia famiglia siamo stati oggetto di attenzione certamente non piacevoleed a volte diffamatoria del quotidiano da te diretto così come di altri quotidiani locali ed a volte hoanche sporto querela.
Tuttavia il senso di autocritica deve sempre guidare le nostre azioni ed in questo caso io dico che laclasse politica, ad incominciare ovviamente da me, deve assumersi le proprie responsabilità.
Quando sarai tornato libero, cosa che mi auguro e che ti auguro avvenga oggi stesso, apriamo undibattito con le forze politiche, con gli imprenditori, con la gente per parlare di queste cose edauguriamoci che da questa tua triste, ma coraggiosa scelta personale possa scaturire per la nostrasocietà un informazione migliore.A te caro Gianluigi un forte abbraccio con la speranza di poterti rivedere al più presto e rifare queiragionamenti che nei nostri colloqui trasudano di rabbia ma al tempo stesso di grande amore perquesta travagliata nostra Provincia.
Con affetto Riccardo Ventre.

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