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Anna Miranti (PRC) contro il lavoro precario

Santa Maria a Vico - La scorsa settimana, presso l'associazione Melagrana di Caserta si è svolto il secondo incontro previsto dal convegno "Donne nel terzo millennio", patrocinato dalla stessa associazione con il contributo della Provincia di...

La scorsa settimana, presso l'associazione Melagrana di Caserta si è svolto il secondo incontro previsto dal convegno "Donne nel terzo millennio", patrocinato dalla stessa associazione con il contributo della Provincia di Caserta e del Comune di Santa Maria a Vico. "Il lavoro precario visto con gli occhi delle donne" era il tema della serata. Gli interventi del sottosegretario al Ministero del Lavoro, D.ssa Nardi, dell'Assessore Provinciale al Lavoro, Enrico Milani e dell'assessore comunale all'ambiente Maria Carmela Caiola hanno dato subito un tono preciso alla discussione. "Le parole che si dedicano alla donna che lavora o che si affaccia al mondo del lavoro assumono qualche volta un significato più denso di verità e un po' meno retorico". Ad affermarlo è Anna Miranti di San Nicola La Strada, candidata al Senato per Rifondazione Comunista. "E' un vero peccato che nella piccola sala fossero presenti ben poche donne e, tra l'altro, volti noti da sempre per il loro impegno e pensiero" ha tenuto a sottolineare. Nel suo intervento la dottoressa Nardi, tracciando un parallelo tra le carriere di un uomo e di una donna, è riuscita a raccogliere quasi tutti i nodi dell'attuale condizione femminile dando un senso preciso alle cifre che vengono spesso enumerate in queste occasioni: uguale o migliore grado di istruzione tra i due generi, uguale se non maggiore impegno nelle professione per le donne rispetto all'uomo, presenza femminile sempre più marcata anche in quelle carriere storicamente avamposto maschile eppure.. "Eppure" – ha aggiunto Anna Miranti – "le donne che lavorano sono meno degli uomini, guadagnano meno degli uomini, fanno carriera più lentamente. Cosa succede a questa lanciatissima donna ?" – si chiede l'esponente di Rifondazione. "Ella si ferma, semplicemente si ferma e decide o meglio desidera o meglio le capita di volere un figlio e allora, improvvisamente, le due rette di vita fin qui parallele, si dividono e la donna resta indietro. Si potrà dire (e si dice): ha fatto una scelta. Certo. Ma quanti uomini" – prosegue – "sono costretti a scegliere quando fanno un progetto così importante? Si potrà dire (e si dice): ma la donna incinta e poi la mamma stabilisce con il figlio un rapporto forte, esclusivo. Certo. Ma quanti padri vorrebbero vivere più intensamente la loro paternità e non lo fanno per ritegno di un ruolo che agli occhi della società appare privo di valore? Ed è questo il punto: quel periodo della nostra vita che dedichiamo ai nostri figli ha un valore enorme per la società tutta. Invece, quel desiderio, quel bisogno finisce per tagliare le gambe alle donne ed il mondo del lavoro perde un pezzo importantissimo di quella sensibilità ed intelligenza di cui l'altra metà del cielo è così ricca. Eppure un altro mondo è possibile" – conclude la dirigente del Prc.

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