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Niente sigarette nei parchi solo fumo negli occhi

Napoli - “ Me li immagino a Napoli, città perennemente sommersa dai rifiuti e miasmi cancerogeni, e dai fumi da combustione che inquinano l’aria per la mancanza di un piano organico per combattere il traffico, i vigili urbani col metro in mano a...

“ Me li immagino a Napoli, città perennemente sommersa dai rifiuti e miasmi cancerogeni, e dai fumi da combustione che inquinano l’aria per la mancanza di un piano organico per combattere il traffico, i vigili urbani col metro in mano a misurare la distanza che separa il fumatore dalla signora in stato interessante o dal bambino – esordisce Gennaro Capodanno, ingegnere chimico, presidente del Comitato Valori collinari -. Così come li vedo chiedere alla signora il certificato del medico curante che dichiari la gravidanza, non sempre visibile, specialmente nei primi mesi, ed i bambini girare nei parchi, con il tesserino esposto in bella mostra, che ne attesti l’età ( “ guarda che ho 13 anni e posso anche fumare “ ) “.“ L’ordinanza che vieta il fumo nei 43 parchi cittadini, così come è stata concepita presenta notevoli problemi di legittima – afferma Capodanno -. Tra l’altro non si capisce neppure quando entrerà in vigore, se oggi domenica o domani lunedì, come afferma il maggior quotidiano partenopeo. Di certo i napoletani non sono informati del nuovo dispositivo e nei parchi non c’è ancora alcuna segnaletica. Ma a parte questo bisogna vedere se, in mancanza di una legge nazionale, un’amministrazione comunale può imporre sanzioni, dal momento che, dalle notizie apparse sulla stampa, sembra che la norma di riferimento sia la legge 16 gennaio 2003, n. 3, più nota come legge Sirchia, la quale, però, si riferisce esclusivamente ai locali chiusi e non agli spazi aperti. Altro aspetto opinabile, sul piano normativo, è la possibilità di differenziare cittadini, tra quelli di serie A, che devono essere protetti dal danno per fumo passivo, come gestanti e bambini fino a 12 anni, e quelli di serie B, a partire dai bambini da 13 in su, fino agli anziani, molti dei quali frequentatori abituali di parchi, che in base alla disposizione emanata a Napoli non sarebbero oggetto di alcuna tutela. Ed infine, visto che bambini e donne incinte frequentano anche altri luoghi pubblici aperti, come spiagge, zoo e orti botanici, per esemplificare, bisognerebbe per “ par condicio “ vietare il fumo anche in tutti questi altri luoghi “.“ Un provvedimento che sa tanto di “fumo negli occhi “ – prosegue Capodanno – e che tenta di scimmiottare, a mio avviso con scarso successo, altre iniziative assunte altrove al riguardo, ma non solo per i parchi. Basti pensare che, secondo i dati forniti dall’American Nonsmokers Rights Foundation, dal 1999 al 2007 le città americane che vietano di fumare all’aperto sono passate da 30 a 1.124. Il consiglio comunale della città di San Francisco, sempre per esemplificare, approvò nel gennaio del 2005 un bando che vietava il tabacco in tutti i giardini pubblici e nei centri ricreativi dell’intera contea, a prescindere ovviamente dall’età dei frequentatori “.“ In Europa la situazione è molto più complessa e variegata, ma per lo più, in nazioni come Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Portogallo, Irlanda e Norvegia, il divieto di fumo riguarda i locali pubblici o aperti al pubblico, come in Italia, o i luoghi di lavoro. In Belgio è anche vietato vendere sigarette ai minori di 16 anni dal primo dicembre 2005 – ricorda Capodanno -. Sul problema è intervenuto il mese scorso, il Parlamento europeo, approvando con 561 voti favorevoli, 63 contrari e 36 astensioni la relazione di Karl-Heinz FLORENZ (PPE/DE, DE ), con la risoluzione del 24 ottobre 2007 sul Libro verde "Verso l'Europa senza fumo: opzioni per un'iniziativa dell'Unione europea" (2007/2105(INI)), dove, tra l’altro, lo stesso Parlamento “ invita gli Stati membri, entro due anni, a presentare una proposta che preveda un divieto totale di fumo in tutti i luoghi di lavoro chiusi, incluso il settore della ristorazione, nonché in tutte le istituzioni pubbliche e sui mezzi di trasporto pubblici all'interno dell'UE e invita la Commissione, qualora non tutti gli Stati membri dovessero raggiungere gli obiettivi indicati, a presentare al Parlamento europeo e al Consiglio, entro il 2011, una proposta di regolamentazione per la tutela dei non fumatori nell'ambito della normativa sulla sicurezza e la salute sul lavoro, riconoscendo in tale contesto le disposizioni nazionali già vigenti negli Stati membri; invita gli Stati membri che hanno introdotto un divieto totale del fumo nei luoghi pubblici, nei bar e nei ristoranti, a mettere a punto e sottoscrivere una carta volontaria per una " zona europea senza fumo", creando così un gruppo di punta di Stati membri che hanno già adottato un divieto totale del fumo sulla base di un accordo volontario e invita i paesi firmatari della carta a considerare infine la possibilità di conferire a tale carta volontaria carattere legislativo attraverso la procedura di cooperazione rafforzata” e, poi, al punto 10, “ invita gli Stati membri a vietare il fumo nei parchi giochi pubblici entro due anni “. Un divieto, quindi, quello nei soli parchi giochi pubblici, e quindi non in tutti i parchi, che andrà dettato attraverso una legge dello Stato da emanare entro due anni, e che non può quindi scaturire direttamente da un’ordinanza comunale, che, se applicata, potrebbe solo alimentare il contenzioso nelle varie sedi giudiziarie “.“ Se proprio, poi, si vuole risolvere, in maniera definitiva, il problema derivato dal fumo di sigarette bisogna fare come si è fatto nel Bhutan, un paese, tra l’India ed il Tibet, grande quanto la Svizzera e con poco più di due milioni di abitanti, dove il governo ha deciso sin da meta dicembre del 2004, vale a dire circa 3 anni fa, di vietare la vendita di tabacco in tutto il regno, bandendo quindi il fumo in tutti i luoghi aperti e chiusi. Si tratta di un paese a maggioranza buddista e si sa che i buddisti ritengono che il fumo faccia più male all’anima che alla salute. Poche le eccezioni consentite in base al provvedimento emanato. E’ legale solo importare sigarette "per uso personale" sebbene le tasse doganali siano del 200 per cento. Ai turisti stranieri è consentito fumare, ma possono essere accusati di spaccio se offrono una sigaretta a un cittadino bhutanese “.“ Ma si avrà mai il coraggio in Italia di bandire totalmente il tabacco, dall’Italia, tutelando davvero la salute di fumatori e non fumatori – si chiede Capodanno -? Penso proprio di no, visti i notevoli interessi, soprattutto economici, specialmente di alcune categorie, che girano intorno al tabacco, e la possibilità che si ritorni, come ai vecchi tempi, al contrabbando di sigarette, Ma , almeno, si abbia il coraggio di dichiararlo a chiare lettere, senza mettere in campo inutili palliativi, utili solo a conquistare un poco di spazio sui mass media nell’affannosa ricerca dello scoop quotidiano“.

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