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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Pd, Michele Caiazzo: 'I tre sfidanti hanno perso'

Napoli - L’intervento del comitato 14 ottobre, anche se tardivo, deve essere svolto in tempi rapidissimi. Abbiamo fiducia e siamo certi che l’Ufficio nazionale, esaminando i verbali e tutta la documentazione allegata, confermerà la vittoria di...

L’intervento del comitato 14 ottobre, anche se tardivo, deve essere svolto in tempi rapidissimi. Abbiamo fiducia e siamo certi che l’Ufficio nazionale, esaminando i verbali e tutta la documentazione allegata, confermerà la vittoria di Tino Iannuzzi.
L’esito del voto delle primarie è netto e chi, come noi, ha sostenuto Iannuzzi ha avuto e ha tutto l’interesse a far svolgere le operazioni di scrutinio e conteggio dei voti nella massima regolarità e correttezza. La notizia che ad effettuare il riconteggio sarà l’Ufficio nazionale contribuirà sicuramente a render più limpido il consenso ottenuto da Tino Iannuzzi.
Ci sentiamo in dovere di ringraziare i volontari che hanno lavorato nei seggi e i cittadini che hanno partecipato alle primarie.
Meraviglia non poco che a parlare di irregolarità siano proprio Salvatore Piccolo e Massimo Paolucci che sono rispettivamente gli ex segretari della Margherita e dei Ds e che in tali vesti avrebbero dovuto svolgere un ruolo di garanzia, anche organizzativa. Funzione che non hanno assolutamente svolto, come i fatti dimostrano.
Leggo poi che De Franciscis cita “un sistema di potere” e chiede, come gli altri candidati perdenti, un cambiamento. Da quale pulpito viene la predica. Intanto, se i tre candidati perdenti avevano un’unità di vedute, per quale motivo hanno presentato ognuno una propria lista, o peggio cartelli di più liste in un unico collegio, e non si sono riconosciuti in un unico candidato?
La verità è che Piccolo, De Franciscis e Mazzarella hanno in comune una sola cosa: hanno perso e ora tirano in ballo armi tattiche di bassa politica. Sia chiaro: siamo tutti nel Partito Democratico e ognuno ha piena cittadinanza politica ma non hanno alcuna legittimità né possono esisteno accordi a tavolino e manovre che appartengono, quelle sì, alla vecchia politica e non al nascente Pd.

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