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Ronghi (An): 'Coppola non va fino in fondo'

Napoli - “Coraggiosa la denuncia e intelligenti i quesiti posti; peccato che non vada fino in fondo”. Così il Vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania, Salvatore Ronghi, ha commentato l’intervista della presidente di Confindustria...

“Coraggiosa la denuncia e intelligenti i quesiti posti; peccato che non vada fino in fondo”. Così il Vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania, Salvatore Ronghi, ha commentato l’intervista della presidente di Confindustria Campania, Cristiana Coppola. “Come si fa ad ignorare, infatti, che l’ente regione è alla bancarotta e che l’unico sostegno finanziario reale e corretto sono i fondi comunitari della programmazione 2007/ 2013, visto il fallimento della precedente programmazione” – ha osservato Ronghi, secondo il quale “in questa sintesi è racchiuso il fallimento della gestione Bassolino, che impegna il 60% del bilancio regionale per la sanità, limitando ulteriori manovre anche in termini di tagli concreti alle spese”. “Inoltre – ha aggiunto l’esponente di Alleanza Nazionale - non vorrei che lo ‘specchietto per allodole’ rappresentato dal Paser possa condizionare le imprese campane e farle distrarre dai problemi relativi al rilancio del mercato socio economico regionale, per il quale non è stata messa in campo alcuna programmazione”. Per Ronghi, “in Campania è necessaria una svolta autentica che parta da una concertazione reale e non effimera, come fino ad oggi attuata, che risponda all’interesse generale e non al mero interesse di parte. Questo è il patto che va sottoscritto particolarmente tra le forze sane della nostra regione – ha proseguito -, partendo dal presupposto che non si può solo intervenire a sostegno delle imprese senza considerare il problema dei salari che sono ormai da quattro anni fermi al palo”.
Infine, il Vicepresidente dell’Assemblea legislativa campana ha sottolineato che “la riduzione del cuneo fiscale prodotto dall’ultima finanziaria dello Stato e le ulteriori riduzioni previste in quella attuale danno l’ennesima boccata di ossigeno alle imprese, ancora una volta senza alcun intervento favore dei lavoratori, attraverso l’aumento delle retribuzioni, indispensabile per rimettere in moto i consumi”.

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