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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Pignataro Maggiore

Giornale Sallusti pubblica lettera scuse di Saviano a Magliocca

Pignataro Maggiore - Sono previsti per domani, 23 febbraio 2012, due appuntamenti televisivi importanti che tratteranno il "caso Magliocca", assolto dall'accusa di associazione di stampo camorristico lunedì scorso. Alle ore 11 andrà in oda uno...

Sono previsti per domani, 23 febbraio 2012, due appuntamenti televisivi importanti che tratteranno il "caso Magliocca", assolto dall'accusa di associazione di stampo camorristico lunedì scorso. Alle ore 11 andrà in oda uno speciale sulla rete televisiva La7, mentre alle ore 21, in diretta, vi sarà uno speciale su TvLuna con la giornalista Francesca Nardi.
"Chi gioca con le macchinine del fango", con questo editoriale stamane Vittorio Feltri commenta la vicenda relativa all'assoluzione rigurdante l'ex sindaco di Pignataro Maggiore Giorgio Magliocca. "Lungi da noi - spiega Feltri - l'intenzione di gettare la croce addosso al giovin scrittore. Siamo del mestiere e ne conosciamo le insidie, per cui non ci stupiamo che Saviano sia stato costretto a vergare una lettera ( ne abbiamo fotocopia) e a indirizzarla alla sua «vittima» allo scopo di chiudere amichevolmente la causa, ammettendo l'errore commesso. Il lavoro del giornalista ha tempi stretti, non concede molti margini alla riflessione e al controllo scientifico delle notizie e delle loro fonti. Cosicché è facile calpestare la classica buccia di banana e finire con le terga a terra. Segnaliamo la topica di Saviano non per il piacere di condividere con lui le stesse disgrazie. Per carità. Non è vero che mal comune sia mezzo gaudio. Queste nostre note servono solo, o speriamo servano, a convincere il «camorrologo» più famoso della penisola che non basta il successo a garantire l'infallibilità". E poi conclude Feltri: "Quando si tratta di certe materie, partendo dal pregiudizio che i delinquenti siano una folla, il rischio di confondere il grano con la pula è assai alto. Se ciò accade, si alimenta quella che Saviano e i suoi amici e sodali definiscono la macchina del fango. La stessa macchina di cui loro attribuiscono a noi l'invenzione e la guida. No, caro Roberto, non abbiamo il monopolio del fango. Qualche schizzo è roba tua, nonostante tu vada spesso in tivù a dire il contrario".
Il Giornale dedica ampio spazio alla vicenda Magliocca-Saviano. Un altro articolo a firma Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo spiega i fatti: "Lo scivolone di Saviano: spara sull'uomo sbagliato". nel settembre 2003 Roberto Saviano aveva pubblicato un articolo sul settimanale (non più in edicola) Diario. Nel pezzo Saviano racconta alcune storie sui rapporti tra politica e camorra in Campania, tra i nomi citati quello di Giorgio Magliocca, sindaco di Pignataro Maggiore (Caserta). Magliocca è poi stato indagato, il pm aveva chiesto sette anni e mezzo di carcere. L'ordinanza di custodia cautelare lo descriveva "asservito al clan camorristico locale, un sodalizio criminale agguerritissimo, protagonista di delitti efferati, la cui pericolosità resiste agli interventi giudiziari e grazie al quale il Magliocca ha potuto vincere ripetute competizioni elettorali". Ma tutto si è rivelato falso, il giudice ha sancito la piena innocenza del sindaco che in carcere c'è dovuto rimanere per 11 mesi.
Il Giornale commenta così l'articolo scritto nel 2003 da Saviano: "Uno sprezzante articolo in cui gli contestava gli stessi inesistenti reati che gli sono costati la galera, scrivendo addirittura che il padrino di Pignataro lo aveva redarguito, davanti a tutti, perché era venuto meno agli impegni presi".
Infine Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti pubblica integralmente una lettera di scuse all'esponente del Pdl casertano che qui riproponiamo: "Gentile avvocato Magliocca, in relazione all'articolo dal titolo «La Svizzera dei clan», pubblicato sul settimanale Diario, nel settembre 2003, ritengo doveroso precisare quanto segue, con specifico ed esclusivo riferimento all'episodio da me narrato nell'articolo e che l'ha vista involontariamente protagonista.
Le informazioni che ho poi pubblicato mi erano state fornite da fonti locali attendibili, quando il periodico mi aveva incaricato di raccontare ai lettori la realtà locale, in particolare, per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul delicato tema dei rapporti tra camorra e poteri pubblici. Non ho avuto modo, per i tempi stretti imposti dalle esigenze editoriali e per l'impossibilità di accedere ad altre fonti, di verificare la veridicità di quanto mi era stato riferito e non avevo ragione per dubitare della buona fede di chi mi aveva fornito quella informazione.
Alla luce dei successivi accertamenti e di quanto emerso, nel corso della vicenda giudiziaria che ci vede contrapposti ho, infatti, verificato la sua assenza dal luogo in cui le Forze dell'ordine hanno proceduto allo sgombero della villa confiscata al Ligato, del fatto che lo stesso boss non ha mai proferito la frase riportata nell'articolo e, conseguentemente, dell'errore in cui sono stato indotto.
A riprova della mancanza di qualsivoglia volontà offensiva nei Suoi confronti, Le esprimo sin d'ora la mia disponibilità a prendere parte a un incontro sulla criminalità organizzata in Campania, da Lei organizzato, con la sola irretrattabile condizione che sul palco ci siano soltanto giornalisti. Sono certo che questa mia costituisca la migliore prova della mia buona fede e, nel contempo, valido strumento di conciliazione".

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