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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Operai morti alla Dsm di Capua, chiuse le indagini: diciotto avvisi di garanzia e l'accusa di frode processuale

Capua - Sono diciotto gli avvisi di garanzia per la morte dei tre operai che l'undici settembre dal 2010 persero la vita (Giuseppe Cecere 50 anni di Capua, Antonio Di Matteo di 63 anni di Macerata Campania e Vincenzo Musso di 43 anni di Afragola)...

Sono diciotto gli avvisi di garanzia per la morte dei tre operai che l'undici settembre dal 2010 persero la vita (Giuseppe Cecere 50 anni di Capua, Antonio Di Matteo di 63 anni di Macerata Campania e Vincenzo Musso di 43 anni di Afragola) nei silos della Dsm di Capua. Il pm Donato Ceglie ha chiuso le indagini sulla morte dei dipendenti della ditta Errichiello di Afragola che nel settembre scorso, erano morti mentre smontavano un ponteggio in un silos all'interno della multinazionale farmaceutica di Capua. Gli avvisi di garanzia sono relativi a reati che vanno dall'omicidio colposo alla mancata predisposizione di idonee misure di sicurezza. Per la Dsm risultano indagati Sergio Andreutti (responsabile della manutenzione) Andrea Di Vico (capoturno di fermentazione) Nicola Torre, Antonello Lodato (responsabili manutenzione e produzione) Francesco Ferritto, Eligio Piergianni (preposti alla manutenzione) Antonio Montebello (colui che ha materialmente rilasciato il permesso di lavoro ai tre lavoratori edili senza avere verificato l'assenza di pericoli e rischi). Per la ditta Errichiello di Afragola sono indagati l'amministratore unico Luigi Errichiello e il capocantiere Carmine Rossi. Per la Rivoira, la ditta che ha fornito la miscela di elio e azoto, il rappresentante legale Francesco Pappini. Per la Dfb Ciro Di Mare, per la Sici, Giuseppe Sicurezza. Per omissione doloso di interventi di prevenzione sono indagati Domenico Domenico, Carlo Mariani, Vincenzo Marotta, Sergio Andreutti, Andrea Di Vico, Nicola Torre, Antonello Lodato, Francesco Ferritto, Eligio Piergianni, Luigi Enrichiello, Carmine Rossi, Francesco Pappini, Ciro Di Mare, Donato Manna, Giuseppe Sicurezza, Antonio Montebello.
Sul processo ingombe anche l'ombra della frode processuale: elementi della struttura furono rimossi prima dei rilievi dell'apposizione dei sigilli. In particolare una flangia in fondo al fermentatore, fu rimossa prima dell'arrivo della polizia giudiziaria e dell'apposizione dei sigilli di sequestro. La flangia smontata è un pezzo necessario all'immissione dei gas. Una perizia ha però dimostrato che quella flangia era 'attiva' al momento dell'incidente, perché su quel pezzo di metallo sono state ritrovare tracce di sangue e urina di uno dei tre operai.

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