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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Amnistia e indulto, Napolitano ci pensa

(Roma) "Nel ricevere il prof. Pugiotto e altri firmatari di una lettera aperta a me indirizzata sui temi della situazione carceraria, ho con loro condiviso una dura analisi critica e l'espressione di una forte tensione istituzionale e morale per...

(Roma) "Nel ricevere il prof. Pugiotto e altri firmatari di una lettera aperta a me indirizzata sui temi della situazione carceraria, ho con loro condiviso una dura analisi critica e l'espressione di una forte tensione istituzionale e morale per una realtà che non fa onore al nostro paese, ma anzi ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le istituzioni europee". Lo ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Ho ribadito - ha continuato il Capo dello Stato - l'allarme e l'appello che nel luglio scorso rivolsi al Parlamento in occasione di un importante convegno svoltosi al Senato e a cui è seguito peraltro - mi è sembrato giusto sottolinearlo - uno sforzo intenso del governo, nel rapporto con le forze politiche che lo sostengono, per intervenire in materia con molteplici proposte e interventi. Sono state così affrontate - conseguendosi già dei risultati - scottanti esigenze di riduzione della popolazione carceraria e di creazione di condizioni più civili per quanti scontano sanzioni detentive senza potersi riconoscere nella funzione rieducativa che la Costituzione assegna all'espiazione di condanne penali. Ho rinnovato l'auspicio che proposte volte a incidere anche e soprattutto sulle cause strutturali della degenerazione dello stato delle carceri in Italia trovino sollecita approvazione in Parlamento. A cominciare da quelle, già in avanzato stadio di esame, per l'introduzione di pene alternative alla prigione"."Restano - ha concluso il Presidente Napolitano - nello stesso tempo aperte all'attenzione del Parlamento - in questa legislatura ormai vicina al suo termine e in quella che presto inizierà - sia le questioni di un possibile, speciale ricorso a misure di clemenza, sia della necessaria riflessione sull'attuale formulazione dell'art. 79 della Costituzione che a ciò oppone così rilevanti ostacoli".

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