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Martedì, 30 Aprile 2024
Cultura Caiazzo

Eccidio, grande commemorazione

Caiazzo - Grande commozione al cimitero, sabato 13 ottobre, allorché, fra due ali di folla e studenti, il sindaco Stefano Giaquinto, il suo fidato vicario Tommaso Sgueglia ed il sindaco dei ragazzi Angela Vocile hanno deposto un serto di alloro...

Grande commozione al cimitero, sabato 13 ottobre, allorché, fra due ali di folla e studenti, il sindaco Stefano Giaquinto, il suo fidato vicario Tommaso Sgueglia ed il sindaco dei ragazzi Angela Vocile hanno deposto un serto di alloro sul marmo che suggella i resti martoriati dei ventidue martiri di Monte Carmignano, mentre la brigata “Garibaldi” e tutti gli altri militari presenti, dell'Esercito, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, e della Polizia municipale, hanno reso gli onori alle innocenti vittime della ferocia nazista, che il pro sindaco aveva appena citato, una per una, fra lo sgomento generale. Un silenzio più che eloquente del rammarico che si poteva leggere anche sul volto delle numerose autorità presenti, fra cui il console tedesco in Italia, il vice prefetto Provolo, il giudice e cittadino onorario Albano, gli esponenti dei vari Corpi militari, della scuola, della chiesa, cittadini comuni e tanti studenti, opportunamente edotti dai docenti e dai familiari sull'efferata strage perpetrata a Caiazzo la sera del 13 ottobre 1943 da un manipolo di soldati tedeschi della Weermacht in ritirata, incalzati dall'avanzata dei nostri nuovi alleati dell'esercito americano che avevano già superato il fiume Volturno. Dopo la benedizione di monsignor Antonio Chichierchia ed alcune toccanti frasi delle autorità convenute, la cerimonia è proseguita in piazza Porta Vetere, dove le stesse autorità hanno reiterato gli onori alle vittime di tutte le guerre innanzi all'apposito monumento, ugualmente adornato da una corona deposta dalle autorità cittadine. Dopo un breve intervallo musicale, la Fanfara dei Bersaglieri si è avviata a ritmo di marcia verso il palazzo Mazziotti, dove era programmata l'inaugurazione di due mostre: una sulla figura di Benedetto Croce; l'altra sull'eccidio nazista. In tale sede, dopo il saluto delle autorità cittadine e del console tedesco Angelica Voikel, il giudice Albano si è soffermato ampiamente sulla strage di Caiazzo -della quale si è occupato in qualità di pubblico ministero nel processo celebrato dopo oltre mezzo secolo- e sulla figura di Croce, filosofo molto apprezzato da Albano che però non riconosce la verdicità di una frase impressa sulla tomba comune, dettata proprio da Croce, all'indomani dell'eccidio, su iniziativa del corrispondente di guerra William Stoneman. Questo perché, come precisato dal magistrato, le risultanze processuali hanno portato a ben altre conclusioni, ma evidentemente sono indiscutibili anche rispetto all'attendibilità del filosofo Croce. Per la gioia soprattutto degli studenti, che altrimenti si sarebbero perduti un giorno di scuola, infine ha tenuto una lezione sulla figura di Croce la docente di Estetica presso l'ateneo federiciano Clementina Gily, dopo di che tutti hanno potuto presenziare all'inaugurazione delle interessanti mostre. Tutto perfettamente riuscito, nonostante l'assenza del ricercatore italo americano Agnone e l'evidente disinteresse di numerosi familiari delle vittime e degli stessi “gemelli” di Ochtendung, che negli anni passati hanno partecipato con una loro delegazione alla commemorazione o almeno disposto la posa di un serto sul luogo dell'eccidio, dal quale, per ben chiudere la giornata comemorativa, nel pomeriggio è partita una fiaccolata della pace promossa dal parroco don Armando Visone fino alla cappella del Soccorso, dove lo stesso sacerdote ha celebrato una messa in suffragio delle vittime dell'eccidio. Un'appendice è programmata per le ore 17 di venerdì 19 ottobre al palazzo Mazziotti, dove il giudice Albano s'intratterrà con i giovani del Forum e tutti gli altri interessati ad approfondimenti sul tema: “Monte Carmgnano: dalla strage alla sentenza”. Gli stessi giovani hanno chiesto un analogo incontro sulla figura di Benedetto Croce ed è auspicabile che in tali occasioni venga affrontata anche la vexata quaestio dell'epigrafe dettata dal filosofo sull'unica, sia pur labile, motivazione dell'eccidio.

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