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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Rimozione Ciro Cresentini dalla Segreteria Fillea

Napoli - E’ una vicenda emblematica, sintomo del degrado politico che la realtà Campana sta vivendo.Pensavamo che alcune Organizzazioni, in particolare quelle del Sindacato, fossero immuni dai gravi fenomeni riscontrabili nei comportamenti di...

E’ una vicenda emblematica, sintomo del degrado politico che la realtà Campana sta vivendo.
Pensavamo che alcune Organizzazioni, in particolare quelle del Sindacato, fossero immuni dai gravi fenomeni riscontrabili nei comportamenti di alcuni imprenditori; dobbiamo purtroppo ricrederci alla luce di quanto abbiamo avuto modo di apprendere dalla stampa sul “licenziamento” dalla Fillea/CGIL di Napoli di Ciro Crescentini. Ma c’è una sostanziale differenza: mentre nelle aziende esiste il Sindacato a cui potersi rivolgere per organizzare lotte oppure impiantare vertenze miranti ad avere risultati positivi, lo stesso non è possibile farlo nella CGIL dove il rapporto di lavoro tra dirigente sindacale e CGIL è un rapporto politico, basato sul sacrificio, denso di impegno, moralità ed attaccamento all’Organizzazione.
Esistono, nella vicenda “Crescentini “ due questioni che è necessario sollevare:
La 1^ concerne il grado di autonomia degli organi ispettivi della provincia di Napoli e chiama in causa la Magistratura ed il Ministero del Lavoro.
La 2^ riguarda la CGIL nel suo insieme; il modo di funzionare delle categorie ed il rapporto tra categorie e Confederazione ben sapendo che la CGIL non è un’organizzazione di categoria bensì di lavoratori per cui ogni atto compiuto dal dirigente di una categoria chiama in causa la responsabilità della Confederazione tutta..
Sulla vicenda, la CGIL di Napoli, quelle regionale e Nazionale non hanno nulla da dire?
Si vuole far passare la “vicenda” come un normale rinnovamento di una categoria. invece si tratta, se gli atti sono esatti, di una grave e pesante prevaricazione nei confronti di un dirigente che, con spirito di sacrificio, rifiutando lusinghe e prebende ha deciso di rimanere a fare il suo lavoro.
In una fase nella quale larga parte dei dirigenti sindacali attuano e praticano un comportamento di omologazione al potere, un dirigente come “Crescentini” bisogna tenerselo ben stretto.
Sulla 1^ questione: la Magistratura ed il Ministero del lavoro non hanno nulla da dire sul fatto che una denuncia inviata all’Ispettorato del lavoro per effettuare ispezioni in cantieri Edili, dove forse vi erano delle violazioni di legge e contrattuali, venga rinvenuta sul tavolo del segretario generale della categoria? Questi poi dichiara di averla avuta dal Segretario della Camera del lavoro al quale era stata inviata dall’Ispettorato del lavoro. La domanda che i lettori si dovrebbero porre è la seguente: A cosa vale il richiamo autorevole del Capo dello Stato a fare tutto il possibile per limitare gli infortuni sul lavoro se poi avvengono questi fatti? A chi spetta il compito di ripristinare un corretto comportamento di alcuni “delicati” organi dello Stato?
La 2^ questione chiama in causa direttamente il modo di funzionare della CGIL Campana.
La CGIL non è un’organizzazione di categoria bensì di lavoratori e pertanto di ogni atto compiuto ne risponde la Confederazione. Vanno dunque avanzate alcune domande a livello napoletano, regionale e nazionale della CGIL:
a) Quali passi sono stati compiuti per procedere al rinnovamento della categoria?b) E’ un vero rinnovamento?
c) Perché l’interessato non ha accettato; forse l’operazione si configura come una “rimozione” anziché un normale rinnovamento?
Se è una “rimozione “ gravi problemi di democrazia, autonomia dagli imprenditori e dagli organi dello Stato si aprono in CGIL.
Questi interrogativi hanno bisogno di una spiegazione chiara e veritiera da parte dei vari livelli per evitare che un dubbio si insinui tra i lavoratori: “Chi in CGIL non è omologato al “potere” viene “rimosso”?!?!

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