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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Cipriano d'Aversa

Videochiamate durante la pandemia, ras dei Casalesi "vince" la battaglia contro il Ministero

La Cassazione respinge il ricorso dello Stato e conferma la decisione del magistrato di sorveglianza: "Colloqui visivi sono diritto del detenuto"

Anche i detenuti al 41 bis avevano diritto ad effettuare i colloqui in videochiamata durante l'emergenza Covid. Lo ha messo nero su bianco la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso del Ministero della Giustizia contro la decisione del magistrato di sorveglianza di Sassari che aveva concesso al ras dei Casalesi Maurizio Capoluongo, di San Cipriano d'Aversa, la possibilità di effettuare le videochiamate con i propri familiari, in sostituzione ai colloqui resi impossibili dall'emergenza sanitaria. 

Ad avviso del Ministero, le videochiamate erano concedibili esclusivamente ai detenuti dei circuiti di media ed alta sicurezza ma non anche a quelli sottoposti al trattamento differenziato del carcere duro che, invece, potevano effettuare solo colloqui telefonici con i propri familiari. 

La Suprema Corte ha ribadito il concetto che "i colloqui visivi costituiscono un fondamentale diritto del detenuto alla vita familiare e al mantenimento di relazioni con i più stretti congiunti". Inoltre, per i detenuti al 41bis come Capoluongo i colloqui sarebbero dovuti avvenire sotto stretta osservazione con i familiari che dovevano recarsi o presso il carcere più vicino alla loro abitazione o presso la caserma dei carabinieri. Il ricorso del Ministero è stato così giudicato privo di fondamento e respinto. 
 

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