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Cronaca Aversa

Spariti 550mila euro da Rsa delle suore, indagata 'vergine consacrata' sorella del sindaco | VIDEO

Lucia De Cristofaro messa sotto inchiesta a Roma per appropriazione indebita

Un caso di cronaca giudiziaria che sta facendo molto scalpore a Roma e non solo. Riguarda Lucia De Cristofaro, sorella dell’ex sindaco di Aversa Enrico e zia dell’ex consigliere comunale Orlando, che rischia di finire sotto processo per truffa e appropriazione indebita.     

Questa è l’accusa mossa dal pm Francesco Basentini nella chiusura indagini, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. L’indagata, secondo quanto ricostruito dalla procura, qualche anno fa era la procuratrice speciale di una Rsa, la Casa delle religiose di Nostra Signora del Sacro Cuore di Issoundun. In pratica gestiva la residenza sanitaria. Sempre secondo la Procura di Roma quando apprende di essere a un passo dalla revoca della gestione della Rsa della Congregazione della Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore d’Issoudun e, prima che il benservito diventi ufficiale, si appropria di 553mila euro. La sparizione del denaro avviene, secondo la Procura, nel 2022. Per l’esattezza il 9 e il 10 aprile.

Proprio in quest’ultima data a De Cristofaro viene comunicata in modo informale la revoca della procura generale inerente la gestione della Rsa. Secondo le indagini, Lucia de Cristofaro, avrebbe costituito una società a responsabilità limitata: la Casa delle Religiose del Sacro Cuore per gestire la Rsa e poi avrebbe fatto finta di non aver visto la raccomandata con cui la congregazione diceva di voler porre fine alle trattative per l’affitto. Ed ha firmato, senza alcuna autorizzazione, un contratto tra la Rsa che rappresentava e l’azienda che aveva fondato. In pratica un contratto con se stessa per “l’affitto della struttura di ospitalità sanitaria”. Il tutto non dicendo nulla all’ente ecclesiastico proprietario. Così ha continuato a gestire la Rsa e i suoi conti. E da quei conti ha pagato la retta scolastica ai nipoti, ha comprato regali ai parenti e ha prelevato migliaia di euro. Anzi centinaia di migliaia di euro.

“Il 9 febbraio 2022, ossia pochi giorni prima della revoca della procura generale - si legge negli atti - disponeva di cinque operazioni di giroconto….a favore della società Rsa casa delle religiose del sacro cuore srl per un totale di 340 mila euro”. La decisione diverrà ufficiale cinque giorni dopo. Solo che a quel punto le casse della Congregazione si sarebbero alleggerite di mezzo milione di euro. Soldi che l’indagata avrebbe utilizzato (tra l’altro) per fare regali ai parenti o per pagare le rette scolastiche dei nipotini.

Ora bisogna fare un passo indietro al 2005, quando a De Cristofaro viene rilasciata una procura generale per la gestione della Rsa, struttura con 110 posti letto situata in via Cardinal Pacca 16, all’Aurelio. A conferirle l’incarico, la superiora generale suor Silvia Sodà. Il rapporto procede senza scossoni fino al 2021, quando alla Congregazione - rappresentata come parte civile dagli avvocati Irma Conti e Antonio Galletti - giungono voci di anomalie gestionali. Nonostante la struttura abbia fama di essere una miniera d’oro, i conti sono sempre in bilico. A quel punto le suore vorrebbero affittare la Rsa e De Cristofaro propone di prenderla lei stessa in locazione. Il 23 aprile del 2021, secondo l’accusa, l’odierna indagata fonda la srl Rsa Casa delle Religiose del Sacro Cuore, di cui è legale rappresentante.

E, sempre stando alla ricostruzione della Procura, De Cristofaro, senza alcuna autorizzazione, stipula un contratto d’affitto tra la struttura delle suore e la società da lei fondata. In pratica, come procuratrice della Congregazione conclude un accordo con la rappresentante legale della srl, cioè con sé stessa.Il perché di questa complessa architettura giuridica salta fuori ad aprile del 2022. A De Cristofaro viene comunicato il benservito. Lei allora fa otto operazioni di giroconto, prelevando il denaro dai conti della Congregazione e facendolo arrivare alla sua società. Secondo la procura avrebbe versato i soldi della congregazione che gestiva alla società che aveva fondato. E lo avrebbe fatto anche altre due volte: un versamento da 117 mila euro e uno da 80 mila euro. Per un totale di 553 mila euro. Una somma che adesso però le potrebbe costare un posto riservato nel banco degli imputati, in un’aula del tribunale penale di piazzale Clodio.

Il caso è finito sotto i riflettori della trasmissione televisiva "Fuori dal Coro" anche perché Lucia De Cristofaro, 68 anni, è una "vergine consacrata", una sorta di riconoscimento assegnato a chi conduce una vita casta, fisicamente o eticamente. Interpellata dalla trasmissione televisiva ha respinto le accuse. 

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