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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Capodrise

Imprenditore sotto usura perde la casa: finanzieri in aula nel processo

L'ufficiale delle fiamme gialle svela la vicenda dell'immobile: "Valeva 170mila euro"

Finanzieri in aula nel processo a carico di Domenico e Raffaele Rossetti, 66 e 48 anni di Capodrise, accusati di usura. E' quanto accaduto in settimana nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al collegio presieduto dal giudice Luciana Crisci del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. 

In particolare, l'ufficiale della guardia di finanza di Marcianise ha parlato ai giudici delle indagini e dei riscontri effettuati dopo la denuncia della vittima. Il militare si è soffermato sull'immobile che la vittima avrebbe dato a garanzia con un patto di retrovendita, poi non rispettato. L'immobile sarebbe stato, infatti, venduto per la somma di circa 60mila euro prima della scadenza. Gli assegni che formavano compendio dell'atto notarile non vennero negoziati (addirittura furono strappati). La stima immobiliare fatta dalla guardia di finanza sarebbe stata di circa 170mila euro, una somma di gran lunga superiore rispetto a quella oggetto di trattazione. Si torna in aula a fine giugno per ascoltare la moglie della vittima ed altri due testimoni. 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Raffaele Rossetti avrebbe prestato ad un imprenditore, che si trovava in stato di bisogno, 29mila euro riuscendone ad ottenere, in cambio, 60mila euro in circa 6 anni. L’accusa di prestiti a tassi usurari è arrivata, però, nel momento in cui la parte offesa è stata costretta a cedere un immobile intestato alla moglie del valore di 170mila euro, che era stato posto a garanzia del prestito. E per costringere la vittima a cedere e pagare, secondo la ricostruzione della Procura distrettuale antimafia, non sarebbero mancati atti di violenza. In particolare, secondo la ricostruzione, Domenico Rossetti avrebbe colpito la vittima con uno schiaffo al volto, costringendolo a pagare le somme di denaro prestate ed a non rivendicare l’immobile. Lo stesso Raffaele Rossetti, per costringere la vittima a cedere, avrebbe paventato la sua contiguità al clan Belforte.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Angelo Raucci, Rosario Avenia, Pietro Tardi ed Antonio Emiliano Pota. La parte civile è rappresentata dall’avvocato Mariano Omarto.

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