Consigliere comunale testimone nel processo Interporto. Acquisiti anche gli atti di Leroy Merlin

L'amministrazione comunale di Marcianise non ha mai voluto portare in consiglio comunale la questione Interporto legittimando i permessi, per la Procura illegittimi, con una delibera di giunta.

Questo in sintesi quanto ha riferito il consigliere comunale di opposizione Dario Abbate ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - collegio presieduto da Francesco Ciocia - nel corso del processo a carico del patron dell'Ise Giuseppe Barletta, dell'ad dell'Interporto Antonio Campolattano e dell'ex dirigente ai lavori pubblici del comune di Marcianise Gennaro Spasiano.

Abbate ha riferito in merito all'iter politico-amministrativo evidenziando come in più occasioni l'opposizione abbia presentato mozioni per portare la questione al centro dell'agenda politica con una discussione in consiglio comunale. Discussione che di fatto non c'è mai stata.

La giunta comunale guidata dal sindaco Antonello Velardi, infatti, con una propria delibera autorizzò il dirigente Spasiano a sottoscrivere l'accordo transattivo con cui l'Ise poteva chiedere al Comune i permessi a costruire convenzionati e le autorizzazioni commerciali andando a dare esecuzione ad "atti amministrativi" precedenti, cioè la delibera del Commissario Reppucci che, però, per la Procura, non aveva valore deliberativo trattandosi di una mera presa d'atto. Per il consulente della Procura, infatti, la delibera di giunta "conferisce legittimità ad un atto che non lo è". Nel corso del processo sono stati acquisiti anche i verbali sulla questione di Leroy Merlin.

Si torna in aula a inizio aprile per l'escussione dei consulenti della difesa. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Andrea Piccolo, Mauro Iodice, Amedeo Barletta e l'ex pm di 'Mani Pulite' Antonio Di Pietro.