rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Pietro Ligato svela i legami con gli imprenditori delle imprese funebri

E' imputato nel processo insieme ai fratelli Raffaele Antonio e Felicia e a Fabio Papa. Sono accusati di estorsione, tentata e consumata, e di lesioni personali, con l'aggravante di voler agevolare il clan Lubrano-Ligato

Pietro Ligato come un fiume in piena nel processo che lo vede coinvolto con i fratelli Raffaele Antonio e Felicia e con Fabio Papa, accusati di estorsione, tentata estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico Lubrano-Ligato, egemone nel comune di Pignataro Maggiore, che si sta celebrando con rito abbreviato dinanzi al gup Antonio Baldassarre del tribunale di Napoli.

“Pierino” ha chiarito i suoi legami con gli imprenditori nel settore delle imprese funebri dai quali avrebbe richiesto l’adempimento di un precedente accordo siglato con loro e con lo zio Lubrano e che dopo la sofferenza del periodo detentivo voleva solo che gli rendessero la cifra pattuita. Ha escluso quindi qualsivoglia condotta estorsiva nei confronti degli imprenditori funebri poiché la loro società era di fatto con gli stessi Ligato come ‘soci occulti’.

Chiarita anche la questione di una pretesa estorsiva per un lotto cimiteriale ai danni di un imprenditore di Pastorano. “ L’accordo è saltato e non si è fatto più nulla, io non ho preteso nulla”, ha chiarito l’imputato. Riguardo la questione del pestaggio compiuto ai danni di un operaio, Pietro Ligato ha chiarito che è avvenuto non in virtù di condotte estorsive bensì per pregresse ruggini attinenti a questioni di parcheggio condominiale, mai appianate. Ha escluso poi in tale vicenda il coinvolgimento del coimputato Fabio Papa che ha avuto il solo ruolo di dividere i litiganti. Il gup partenopeo a seguito della perizia super partes richiesta per valutare la capacità di stare in giudizio di Raffaele Antonio Ligato, ha stabilito che l’imputato può stare in giudizio. Il giudice poi si è riservato sulle richieste dei difensori in merito alla giustizia riparativa. La riserva verrà sciolta la fine del mese di ottobre quando si tornerà in aula.

Raffaele Antonio, Felicia e Pietro Ligato nonché Fabio Papa - assistiti dagli avvocati Carlo De Stavola, Emilio Martino, Marco Argirò - furono raggiunti da provvedimenti cautelari in carcere che hanno costituito il risultato di un’intensa attività investigativa svolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, unitamente ai colleghi del Comando Compagnia di Capua. Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli a firma del sostituto procuratore Simona Belluccio, furono avviate nel mese di agosto e condotte attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri a Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, avrebbero corrisposto la somma di 3mila euro mensili. Gli inquirenti hanno accertato, inoltre, il compimento di un’ulteriore presunta estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18mila euro.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pietro Ligato svela i legami con gli imprenditori delle imprese funebri

CasertaNews è in caricamento