Imprenditore ucciso e fatto sparire, armi trovate a casa degli imputati dopo 10 anni

Le armi sequestrate 9 anni dopo il presunto delitto dell'imprenditore Sandro Ottaviani, scomparso nel nulla dal 23 aprile del 2008.

E' uno dei retroscena svelati da alcuni militari dei carabinieri, che hanno preso alle indagini, nel corso dell'udienza celebrata dinanzi alla Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere presieduta dal giudice Roberto Donatiello (a latere Honorè Dessi). Sotto processo sono finiti Alfredo Carini, di Letino, e Cataldo Russo, di Dragoni con l'accusa di aver ucciso e fatto sparire l'imprenditore, scomparso nel 2008. 

Nel corso dell'udienza i militari - escussi dal pubblico ministero Iolanda Gaudino - hanno parlato delle perquisizioni effettuate a casa degli imputati nel dicembre 2017, cioè 9 anni e mezzo dopo la scomparsa di Ottaviani. Perquisizioni durante le quali sarebbero state trovate armi, tra cui pistole di vario tipo, fucili, armi da taglio e addirittura fucili di marca Muser e Simonov, un tempo in dotazione agli eserciti tedesco e russo (oggi sono considerati armi comuni da sparo). Un rinvenimento che per le difese non cambierebbe la sostanza del processo: il corpo di Ottaviani non è mai stato ritrovato. 

Si torna in aula poco prima di Natale. I due imputati sono difesi dagli avvocati Paolo Falco ed Emanuele Sasso. I familiari di Ottaviani si sono costituiti parte civile assistiti dagli avvocati Luca Di Caprio ed Elio Napoletano.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Ottaviani venne convocato per ricevere 175mila euro relativi al contratto di locazione dell'officina di Carini, di cui si cercava di definire la vendita. La vittima, giunta in officina il giorno della scomparsa, sarebbe stata indotta a seguire i due indagati in un luogo ignoto senza riuscire ad avvisare nessuno. Qui Ottaviani sarebbe stato ucciso ed il suo corpo fatto sparire.