rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Cesa

Ucciso dopo la rissa al bar, condanna bis per l'aggressore

Condannato, anche in secondo grado, Aymane Tazi, il 23enne accusato dell’omicidio del 36enne Angelo Marino

Condannato, anche in secondo grado, Aymane Tazi, il 23enne accusato dell’omicidio del 36enne Angelo Marino. La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado: 8 anni e 8 mesi di carcere. Lunedì si è era tenuta l’udienza con la requisitoria del procuratore generale che aveva richiesto la conferma della condanna. Ieri mattina sono state ascoltate le repliche del procuratore generale e il giudice ha emesso la sentenza. Condanna confermata quindi per Tazi, che ha affrontato il processo con la formula del rito abbreviato. Il gip del tribunale di Napoli Nord aveva fissato per lo scorso 19 aprile l’udienza per il giudizio immediato, ma l’uomo ha optato per un rito alternativo. In primo grado la Procura di Napoli Nord aveva chiesto dieci anni di prigione per il 23enne, contestandogli non solo l’omicidio preterintenzionale, ma anche l’aggravante dei futili motivi. Il gip, invece, ha annullato questa specifica aggravante, attribuendogli solo le generiche. Fra 30 giorni saranno note le motivazioni che hanno spinto a questa sentenza; la difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Lettieri, valuterà poi se ricorrere in Cassazione o meno.

I fatti risalgono alla sera del 29 settembre 2021. Da una prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Aversa, intervenuti sul posto, tra Marino e Tazi, cittadino marocchino da tempo in Italia, sarebbe nata una colluttazione in piazzetta ‘De Giorgi’ a Cesa, in zona Trivio, un’area della città al confine con Aversa, intorno alle 22. Stando alla dinamica dei fatti, pare che il 36enne abbia inveito contro l’altra persona. Quest’ultima avrebbe, di risposta, reagito. Da qui la rissa, passata velocemente dalle parole ai fatti. Sarebbero volati schiaffi, calci e pugni, e alla fine Marino sarebbe crollato a terra. Dopo circa venti minuti sarebbero giunti sul posto i sanitari del 118 e le forze dell’ordine. I medici provarono a rianimarlo, ma non ci fu nient’altro da fare se non constatare il decesso. Dopo qualche ora la Procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord effettuò il fermo del cittadino extracomunitario coinvolto nella rissa. L’uomo, dopo essersi allontanato in un primo momento, si costituì una volta saputo del decesso. Lavorava come dipendente di un distributore di carburanti del posto. Marino, da pochi giorni, era uscito di prigione. La notizia fu appresa dalla comunità cittadina solo alle prime ore del giorno successivo. A rappresentare la famiglia della vittima, il papà Carlo e i fratelli Gennaro e Luigi, l’avvocato Luigi Marrandino. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ucciso dopo la rissa al bar, condanna bis per l'aggressore

CasertaNews è in caricamento