rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Mondragone

Omicidio Invito, rivelazione choc del pentito: "Doveva essere sparato alle gambe ma fu ucciso"

Il collaboratore: "Si era infilato in un brutto gruppo a fare i furti"

"Il suo migliore amico mi confessò che a fare il servizio a Giovanni (Invito) erano stati Carmine Pollio e Vincenzo Palumbo. Mio fratello Achille però mi riferì di una conversazione con Michele Degli Schiavi (che si vantava di aver ucciso Giovanni Invito insieme a Mario Camasso per conto di Giovanni Bove) e dei suoi dubbi sul vero mandante dell'omicidio tanto da scrivere in Procura a Santa Maria Capua Vetere". Sono le dichiarazioni rese da Donato Pagliuca, ora collaboratore di giustizia fratello di Achille Pagliuca, entrambi ex affiliati al clan Fragnoli/ Pagliuca/La Torre di Mondragone nel corso dell'udienza celebrata dinanzi alla Corte d'Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Roberto Donatiello con a latere Honoré Dessì, nel processo per l'omicidio di Giovanni Invito, avvenuto il 17 ottobre 2007 a Mondragone, per il quale sono imputati Mario Camasso e Michele Degli Schiavi.

Il collaboratore di giustizia ha riferito al Sostituto Procuratore Armando Bosso di aver raccolto in carcere nel 2010 una confidenza di Gianluca Ceraldi migliore amico della vittima che indicava Vincenzo Palumbo e Carmine Pollio altri affiliati del medesimo clan come gli assassini del suo fraterno amico. "Mi disse che secondo lui il servizio a Giovanni lo avevano fatto loro" ha sottolineato Pagliuca. Ribadita la tesi emersa nel corso del dibattimento che doveva trattarsi di una gambizzazione finita male. "Dovevano sparargli nelle gambe a Giovanni ed invece l'hanno ucciso - ha chiarito Donato Pagliuca -. Giovanni era un ragazzo buono, di cuore ma che si era messo con un gruppo a fare furti. Li faceva a Mondragone,Sessa Aurunca, Falciano Del Massico. Li faceva pure dove non li doveva fare come in una sala scommesse sulla Domiziana che apparteneva ad un nostro affiliato. Venne pestato a sangue lui ed il suo gruppo".

Pagliuca poi ha riferito anche dei rapporti dei due imputati con Nino Fiorillo indicato da altri pentiti come il mandante della gambizzazione di Invito sfociata in omicidio: "Loro gravitavano nella piazza di spaccio molto fiorente di Nino Fiorillo. Infatti Nino dava al clan per la gestione una somma mensile di 10-15mila euro". Pagliuca ha raccontato anche dell'ordine di esecuzione impartito dal clan a carico di Michele degli Schiavi per punire il padre Angelo poiché aveva ucciso uno spacciatore del clan e per vendetta il figlio doveva morire. Solo l'intercessione di Achille Pagliuca evitò che la condanna a morte di eseguisse convincendo i sodali che Michele Degli Schiavi andava 'esiliato' da Mondragone.

Nonostante l'allontanamento forzato da Mondragone Michele Degli Schiavi ne faceva ritorno. Nel corso dell'udienza è stato riescusso l'ex affiliato Vincenzo Palumbo in attesa dello status pieno di collaboratore di giustizia che ha protestato anche questa volta come nella scorsa udienza di essere "in carcere scaricato, abbandonato da tutti". Difatti sono state acquisite le sue dichiarazioni rese nel maggio 2014 in merito all'omicidio.

Si torna in aula alla fine del mese di giugno per l'accordo tra le parti sugli ulteriori testi da escutere. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti si trattò di un omicidio premeditato dove la morte di Giovanni Invito consumatasi il 17 ottobre 2007 in via Duca degli Abruzzi a Mondragone sarebbe stata la conseguenza di un torto subito. Erano le 23 circa del 17 ottobre 2007 quando i due imputati secondo la ricostruzione della Procura a bordo di uno scooter raggiunsero la vittima in via Duca degli Abruzzi e lo freddarono con 5 colpi di arma da fuoco. Nell'immediatezza del delitto le indagini si concentrarono su Camasso e Degli Schiavi individuati come responsabili dell'omicidio ma il procedimento subì una battuta d'arresto per assenza di sufficienti indizi.

Nel 2020 ci fu la riapertura delle indagini ad opera dei carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone esitata con l'arresto nel luglio scorso dei due imputati. Elementi utili alla riapertura sono stati oltre alle dichiarazioni del cugino della vittima Antonio Invito anche del collaboratore di giustizia Giovanni Cascarino che raccontò agli inquirenti di aver appreso direttamente da Mario Camasso poco dopo l'omicidio del suo interessamento nel fatto di sangue. Altro elemento peculiare per la riapertura delle indagini fu una intercettazione in cui Mario Camasso si accordò con una donna poiché gli fornisse un finto alibi.

Nella difesa sono impegnati gli avvocati Francesco Liguori e Nicola Alessandro D'Angelo per gli imputati; Ferdinando Letizia per le costituite parti civili.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Invito, rivelazione choc del pentito: "Doveva essere sparato alle gambe ma fu ucciso"

CasertaNews è in caricamento