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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Villa Literno

Estorsioni per 'gli amici di Casale', in aula fronte comune del silenzio

Si torna in tribunale alla fine del mese di settembre per l'escussione di altri testi

Fronte comune del silenzio e smentita di un furto aggravato e lesioni. È quanto emerge nel processo a carico di Vincenzo Ucciero, l’unico dei 14 indagati (gli altri indagati hanno proceduto con rito abbreviato) per associazione a delinquere, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, finito a dibattimento dinanzi ai giudici della seconda sezione in composizione collegiale presieduta dal giudice Lucia Ferraro, del Tribunale di Napoli Nord.

Giuseppe Spada,Mariano Vitolo e Nicola Granata escussi dai giudici come persone imputate in procedimento connesso, si sono avvalse della facoltà di non rispondere. Escusso un teste della difesa, Nicola Bocchino, che ha chiarito la vicenda del furto perpetrato a casa della madre del titolare di una attività recettizia vittima delle condotte estorsive poste in essere dagli 'amici di Casale' tra cui Vincenzo Ucciero e le lesioni perpetrate al teste imputate sempre ad Ucciero."Ucciero non ha compiuto alcun furto e le lesioni me le sono procurate a seguito di una lite violenta con degli stranieri sulla Domiziana per questioni di viabilità " ha dichiarato il teste.

Si torna in aula alla fine del mese di settembre per l'escussione di altri testi della difesa e di Giovanni Fontana come persona imputata in procedimento connesso. Vincenzo Ucciero, difeso degli avvocati Marco Ucciero e Antonio Abet, era considerato il reggente, assieme a Oreste Reccia, del neo cartello della camorra che mirava alla riconquista dei territori di Villa Literno, Aversa, San Cipriano d'Aversa, San Marcellino e Giugliano in Campania a suon di estorsioni perlopiù a imprenditori liternesi per conto degli 'amici di Casale'. Secondo i magistrati della DDA partenopea ciascuno forniva il proprio contributo nel meccanismo mafioso con il solo scopo di agevolare gli esponenti della 'vecchia guardia' del clan dei Casalesi al fine di perpetrare l'egemonia sui territori che un tempo erano dei gruppi di Schiavone, Zagaria, Bidognetti, Iovine. Il loro modus operandi era quasi un marchio di fabbrica: estorsioni, pestaggi, utilizzo di armi illecitamente detenute e spesso celate in casa dagli appartenenti al sodalizio criminale. Una delle vittime di estorsione si è costituita parte civile con l'avvocato Mario Griffo.

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