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Cronaca Villa Literno

Ambulante delle frittelle nel mirino del clan ma il padre smentisce: "Mai subito estorsioni"

Il processo a carico di Ucciero per il racket imposto ai commercianti

"Mio figlio non ha mai ricevuto alcuna estorsione né è stato mai picchiato. Se l'ho sostituito è solo perché aveva subito un delicato intervento chirurgico". Sono le dichiarazioni rese dal padre del titolare di una friggitoria ambulante di Villa Literno presunta 'vittima taglieggiata' per soli 30 euro nel corso dell'udienza nel processo a carico di Vincenzo Ucciero, l’unico dei 14 indagati (gli altri indagati hanno proceduto con rito abbreviato) per associazione a delinquere, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, finito a dibattimento dinanzi ai giudici della seconda sezione in composizione collegiale presieduta dal giudice Lucia Ferraro, del Tribunale di Napoli Nord.

Il congiunto del 'presunto' taglieggiato ha riferito che suo figlio non è stato mai vittima della condotta estorsive contestata all'imputato Ucciero che secondo la tesi della Dda partenopea si sarebbe recato presso il chiostro di panzarotti intimando al titolare di dargli il denaro in cassa che corrispondeva a 30 euro. Un altro teste escusso ha affermato di non aver mai subito minacce o di esser stato taglieggiato da Vincenzo Ucciero. Si torna in aula nel mese di settembre per l'escussione di ulteriori testi.

Vincenzo Ucciero, difeso degli avvocati Marco Ucciero e Antonio Abet, era considerato il reggente, assieme a Oreste Reccia, del neo cartello della camorra che mirava alla riconquista dei territori di Villa Literno, Aversa, San Cipriano d'Aversa, San Marcellino e Giugliano in Campania a suon di estorsioni perlopiù a imprenditori liternesi per conto degli 'amici di Casale'. Secondo i magistrati della DDA partenopea ciascuno forniva il proprio contributo nel meccanismo mafioso con il solo scopo di agevolare gli esponenti della 'vecchia guardia' del clan dei Casalesi al fine di perpetrare l'egemonia sui territori che un tempo erano dei gruppi di Schiavone, Zagaria, Bidognetti, Iovine. Il loro modus operandi era quasi un marchio di fabbrica: estorsioni, pestaggi, utilizzo di armi illecitamente detenute e spesso celate in casa dagli appartenenti al sodalizio criminale. Una delle vittime di estorsione si è costituita parte civile con l'avvocato Mario Griffo.

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