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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Trentola-Ducenta

Cartelloni dei Casalesi: i rapporti con il Jambo sotto i riflettori

Il commissario Scarpa sotto torchio delle difese: "Importi quadruplicati"

Durante la gestione commissariale del Jambo le fatture alla Spm di Armando Aprile - imprenditore nel settore delle affissioni pubblicitarie che avrebbe messo a disposizione le risorse e le strutture alla Adv di Mario Iavarazzo (ritenuto cassiere del clan dei Casalesi ed oggi collaboratore di giustizia) - sarebbero quadruplicate. 

E' questa la circostanza emersa nel corso del processo celebrato dinanzi al collegio presieduto dal giudice Marro del tribunale di Napoli Nord sul presunto monopolio del clan dei Casalesi nel settore della cartellonistica stradale. Sul banco dei testimoni è stato chiamato l'ex commissario del Jambo Salvatore Scarpa che è stato messo sotto torchio dall'avvocato Mario Griffo, difensore degli imputati Giuseppe Lista e Lucia Grassia. Nel corso dell'escussione sarebbe emerso anche come la ditta Adv, riconducibile a Iavarazzo, non avrebbe emesso fatture né ricevuto pagamenti dalla Cis Meridionale (la società che gestisce il Jambo). Mentre la Publione (sempre di Iavarazzo) avrebbe ricebuto circa 60mila euro per il 2015 e 4mila euro per il 2016. 

Escusso anche un altro commissario, Corbelli, che si è occupato dell'amministrazione giudiziaria della Spm di Armando Aprile. Corbelli ha sostanzialmente riferito sulla gestione della società e sul volume d'affari. Infine, sul banco dei testimoni anche il collaboratore di giustizia Maiello che ha confermato il legame tra la Publione e il clan dei Casalesi. Si torna in aula a gennaio. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Mario Griffo, Fabio Della Corte, Carlo De Stavola, Elisabetta Carfora, Giuseppe Stellato, Massimo D'Errico, Giuseppe Laudando e Francesco Ianniello. 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Mario Iavarazzo, dopo la sua scarcerazione, avrebbe ripreso ad operare nel settore della pubblicità con la collaborazione dei fratelli e con il contributo di Armando Aprile, imprenditore nel settore delle affissioni pubblicitarie che avrebbe messo a disposizione le risorse e le strutture della SPM srl. In questo modo sarebbe proseguito il business che si avvaleva dell'intimidazione dei concorrenti, quando necessario, e dell'utilizzo di prestanome a cui sarebbero state intestate le società, di fatto gestite in maniera occulta da Iavarazzo. 

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