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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Appalti pilotati col placet del clan: cancellate le condanne

La Corte d'Appello dichiara la prescrizione per Di Muro, Zagaria, La Regina e Di Tommaso. Confermata l'assoluzione per Madonna

Colpo di spugna in appello per l'inchiesta sugli appalti per la riqualificazione di Palazzo Teti a Santa Maria Capua Vetere e per l'emissario di Grazzanise.

La Corte d'Appello di Napoli ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione dei reati per l'ex sindaco Biagio Maria Di Muro, il dirigente Roberto Di Tommaso, il costruttore Guglielmo La Regina. Dichiarata la prescrizione anche per il ristoratore Alessandro Zagaria, ritenuto dalla Dda il trait d'union tra il clan dei Casalesi e i colletti bianchi. I giudici hanno dichiarato la derubricazione della corruzione. I giudici hanno, inoltre, confermato l'assoluzione per l'imprenditore Francesco Madonna, coinvolto nell'inchiesta in merito all'appalto per l'emissario di Grazzanise. Confermata per tutti gli imputati l'assoluzione dal reato associativo. Il procuratore generale aveva invocato l'inasprimento delle pene rispetto al primo grado di giudizio per tutti gli imputati. Nel collegio difensivo sono stati impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Stellato, Giovanni Cantelli, Angelo Raucci, Abet e Renato Jappelli. 

Due le inchieste finite all'interno dello stesso fascicolo con Alessandro Zagaria, il ristoratore di Casapesenna ritenuto dalla Dda un faccendiere del clan dei Casalesi con il compito di mantenere i contatti con le pubbliche amministrazioni al fine di turbare appalti, a fare da trait d'union. Una è quella relativa ai lavori di ristrutturazione di Palazzo Teti Maffuccini con la progettazione affidata a Guglielmo La Regina grazie alle presunte bustarelle date all'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Maria Di Muro ed ai componenti della commissione di gara, presieduta dal dirigente Roberto Di Tommaso. Nel patto corruttivo avrebbe partecipato anche Zagaria che avrebbe consegnato materialmente i soldi promessi a Di Muro. L'altro filone dell'inchiesta riguardava i lavori per la rete fognaria a Grazzanise affidati all'impresa di Madonna. Al processo il Comune di Grazzanise si è costituito con l'avvocato Salvatore Piccolo. 

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