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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

I rapporti tra Cappello e gli imprenditori, le accuse del pentito Zagaria: "Tangente per appalto all'Asi"

Il nome del professionista già sotto i riflettori per l'inchiesta 'Medea'. Le propalazioni di Ciccio e Brezza fanno scoprire i lavori assegnati manipolando le gare

"Piero sta sistemando tutto. Ha messo il braccio armato là. I fratelli gemelli, quello è il braccio armato suo". Così in un'intercettazione del 2012 Raffaele Pezzella parlava dei suoi rapporti con Cappello, all'epoca presidente dell'Asi di Caserta. Una captazione che non è passata inosservata agli inquirenti della Dda secondo i quali sarebbero di lungo corso i rapporti tra l'imprenditore di Casal di Principe (finito in carcere) ed il professionista (ai domiciliari). 

L'indagine Medea: "Deve fare il soldato"

Il nome di Cappello era finito al centro delle attenzioni dei magistrati dell'Antimafia già nel 2013, nell'ambito dell'inchiesta 'Medea' sulle infiltrazioni del clan Zagaria negli appalti. Uno degli imprenditori coinvolti in quell'indagine, in un'intercettazione, sostiene che Cappello debba "fare il soldato" per lui che deve "andare a carro armato". 

Le accuse di Ciccio 'e Brezza

Passano gli anni, ben 6, e il nome di Cappello torna sotto i riflettori. Stavolta a pronunciarlo, in un interrogatorio dell'ottobre 2019, è Francesco Zagaria, alias Ciccio 'e Brezza, imprenditore vicino al gruppo Zagaria divenuto poi collaboratore di giustizia. Zagaria racconta delle infiltrazioni all'Asi di Caserta. Siamo nel 2009 e "questo ente era fortemente infiltrato dal clan Zagaria per mezzo di muo cugino Francuccio Zagaria". Poi racconta di un pranzo in un ristorante a Piana di Monte Verna a cui partecipò un familiare di Cappello: "persona anziana, sulla settantina, che mi venne presentata come lo zio del presidente del Consorzio Asi di Caserta". Nel pranzo di lavoro, secondo quanto riferito da Ciccio 'e Brezza, si parlò dei lavori di urbanizzazione nella zona industriale di Marcianise. 

La tangente da 10mila euro per l'appalto

Ci furono altri incontri e Zagaria avrebbe versato, questo il suo racconto, soldi al parente di Cappello: "10mila euro in contanti". Le richieste di soldi proseguirono fino a quando Zagaria avrebbe mandato il fratello a parlare con "il presidente" Piero Cappello: "Rispose di lasciar perdere lo zio. In pratica mi aveva voluto dire che i rapporti corruttivi dovevo averli con lui". La gara venne effettivamente aggiudicata alla Prisma Costruzioni: "Per la progettazione e per il versamento della tangente pagai 40mila euro di cui 30mila servivano all'ingegnere N.V. (in servizio all'Asi e non indagato nda) e 10mila al presidente Cappello". 

La nuova inchiesta della Dda

Le propalazioni dell'imprenditore pentito riaccendono i riflettori su Cappello arrivando a scoprire il suo coinvolgimento nelle gare 'truccate' a Calvi Risorta tra il 2019 ed il 2020, dove ricopriva il ruolo di responsabile dell'ufficio tecnico, in favore degli imprenditori Raffaele Pezzella e Tullio Iorio. 

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