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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Orta di Atella

Batosta per le famiglie: tasse al massimo per il dissesto finanziario

Dopo l'approvazione in consiglio comunale ne pagheranno tutti i cittadini di Orta di Atella

Una nuova batosta per le famiglie di Orta di Atella. Dopo l’approvazione in consiglio comunale del dissesto finanziario, è stato deciso che tutte le tasse comunali dovranno arrivare al massimo. In poche parole l’Ente ha attivato le entrate proprie per far fronte al dissesto con l’obiettivo di incassare più soldi possibili per uscire dal ‘fallimento’ dell’Ente. Le varie modifiche apportate, nel corso degli anni alla procedura del risanamento finanziario degli enti locali, sono state finalizzate ad avvicinare il dissesto alle procedure concorsuali di natura civilistica anche se, nella disciplina di cui trattasi, le finalità sono diverse da quella, ad esempio del fallimento, in cui domina l’esigenza di attuare la parità di trattamento fra i creditori.

Nel caso del dissesto, infatti, pur essendo sentita l’esigenza di tutelare i creditori dell’Ente, occorre sempre considerare la necessità di assicurare al comune la continuità di esercizio nonostante il grave stato di crisi in quanto gli squilibri economici-finanziari che lo hanno causato non possono portare ad una forzata chiusura dell’attività dell’Ente. L’Ente locale non può cessare di esistere come una semplice impresa privata e, per poter garantire la continuità amministrativa, la dichiarazione di dissesto crea una frattura tra il passato ed il futuro, lasciando in vita il soggetto facendolo ripartire libero da debiti, ma anche privo di crediti o di patrimonio, se ceduto per le esigenze della liquidazione. Pertanto, tutto ciò che è relativo al pregresso, compresi i residui attivi e passivi non vincolati, viene estrapolato dal bilancio comunale e passato alla gestione straordinaria della liquidazione la quale ha competenza relativamente a tutti i debiti correlati ad atti e fatti di gestione verificatisi entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello dell’ipotesi di bilancio riequilibrato, pur se accertati successivamente, anche con provvedimento giurisdizionale. Oggi, in modo più incisivo, viene chiesto all’Ente locale di contribuire al risanamento attraverso l’adozione di provvedimenti del pari eccezionali.

L’Ente dissestato è tenuto ad approvare un nuovo bilancio, vagliato dal Ministero dell’interno, basato sull’elevazione delle entrate proprie al livello massimo consentito dalla legge, da consolidare per i successivi quattro bilanci, sul contrasto all’evasione e sul contenimento di tutte le spese con la contestuale messa in atto della disponibilità del personale eccedente alcuni parametri fissati dalla legge in ragione della popolazione e della fascia demografica di appartenenza. E’ altresì tenuto a contribuire all’onere della liquidazione in particolare con: l’alienazione del patrimonio disponibile non strettamente necessario all’esercizio delle funzioni istituzionali, la destinazione degli avanzi di amministrazione dei cinque anni a partire da quello del dissesto e delle entrate straordinarie, la contrazione di un mutuo a carico del proprio bilancio. La dichiarazione di dissesto, in breve tempo, è parsa agli enti pertanto una negatività da evitare al fine di non essere costretti ad emanare provvedimenti così impopolari. Nonostante comunque degli innegabili vantaggi da parte del Ministero, i provvedimenti da adottare in materia di personale e di tributi locali sono ritenuti così pesanti che gli enti arrivano il più delle volte alla dichiarazione di dissesto solo quando, a seguito delle azioni esecutive dei creditori che pignorano le somme della cassa comunale, non è più possibile pagare neppure gli stipendi al personale dipendente.

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