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Il sindaco annuncia denunce dopo la protesta dei parroci al cimitero

Nuova puntata della guerra tra Velardi e don Paolo Dello Stritto

C’è una nuova puntata della disputa tra il Peppone e don Camillo in ‘salsa marcianisana’. Uno scontro che è stato aperto il 2 novembre quando don Paolo Dello Stritto, trovando la Cappella Municipale chiusa per la solenne celebrazione annuale per il culto dei morti, non ha mancato di inscenare una forte protesta che ha spinto poi a far svolgere lo stesso la funzione all’interno del cimitero di Marcianise.

A 48 ore di distanza, ecco arrivare la risposta del sindaco Antonello Velardi, il quale, neanche velatamente, annuncia “azioni contro i parroci”, partendo da una protesta formale ai vescovi di Capua e di Caserta. Ma non ci vuole tanto a capire che il vero ‘obiettivo’ del primo cittadino è il parroco del Duomo, don Paolo Dello Stritto, anche perché è l’unico che viene nominato direttamente dal primo cittadino. 

Velardi, comunque, attraverso la sua pagina Facebook, dà la propria versione dei fatti rispetto a quanto accaduto il 2 novembre. “Mi viene riferito che alcuni sacerdoti di Marcianise hanno utilizzato in queste ultime giornate il pulpito delle loro chiese per lanciarmi accuse circa la mancata celebrazione della messa del 2 novembre nella cappella municipale all'interno del cimitero comunale in occasione della commemorazione dei defunti. La false informazioni propalate e lo strumento improprio utilizzato - per la qual cosa eleverò formale protesta ai vescovi di Capua e di Caserta perché non rientranti nella normale attività di culto - mi impongono alcune precisazioni”.

E spiega: “Il 1 novembre, festività di Ognissanti, è stata concesso dal Comune il regolare uso della cappella municipale per la celebrazione di una messa, effettivamente svoltasi, celebrata da don Agostino Albano, sacerdote marcianisano. Al termine della messa, per effetto anche e soprattutto delle condizioni meteorologiche avverse, una cittadina che vi aveva partecipato ha avuto un incidente ed è rimasta gravemente ferita. A seguito di tale accadimento, il responsabile del cimitero ha verificato la mancanza delle basilari condizioni di sicurezza dell'edificio e ha provveduto di sua iniziativa a chiudere la cappella in attesa di ulteriori accertamenti. Con ciò ha esercitato le sue prerogative, peraltro assolvendo agli obblighi previsti dalla legge con particolare riferimento alle responsabilità civili e personali a lui riconducibili. Di tale sua decisione ha informato i competenti uffici comunali e anche il sottoscritto. Ogni azione di segno diverso avrebbe determinato gravi omissioni in capo a lui. Il 2 novembre, persistendo il quadro meteo avverso e non essendo stato possibile ripristinare le basilari condizioni avverse, la cappella è rimasta interdetta al pubblico. Ciò nonostante, il sacerdote don Paolo Dello Stritto, parroco del duomo, è furtivamente penetrato nella cappella e ha preteso di celebrare la funzione religiosa - oltretutto non autorizzato - esponendo a gravi rischi se stesso e tutti gli avventori. Il responsabile del cimitero ha deciso al momento di non interrompere la funzione - quand'anche era nelle condizioni giuridiche di farlo - stante la circostanza della ricorrenza del 2 novembre. Ha provveduto immediatamente ad avvertire il sottoscritto della grave violazione commessa dal sacerdote. Nelle more di assumere decisioni più drastiche, ho subito a mia volta sollecitato la comandante della polizia municipale perché provvedesse a far sì che tale condotta non proseguisse e non fossero portate a compimento altre violazioni costituenti peraltro reato. In prosieguo di mattina, lo stesso don Paolo Dello Stritto e altri sacerdoti che a lui si accompagnavano pretendevano di effettuare una nuova celebrazione sempre nella cappella interdetta al pubblico. Ciò veniva impedito per l'intervento della polizia municipale che opportunamente si adoperava per impedire la commissione di ulteriori reati. Avendo nella circostanza i sacerdoti aizzato i presenti - peraltro con espressioni intimidatorie e offensive nei confronti del personale comunale, per la qual cosa si stanno valutando le azioni da esperire in sede legale - e tenuto conto delle circostanze, in via del tutto eccezionale veniva acconsentito a che si svolgesse la cerimonia religiosa anche se all'esterno della cappella municipale”.

E chiosa: “Sono in attesa di esaminare la relazione di servizio del responsabile del cimitero, dottor Mimmo Giuliano, e il rapporto della polizia municipale per assumere ogni opportuna e dovuta iniziativa a tutela del loro lavoro e a difesa delle norme e dei regolamenti. Ogni altra narrazione dei fatti è da intendersi falsa e gravemente fuorviante, oltre che dolosamente capziosa. Aggiungo peraltro che, nell'esercizio di qualsiasi funzione, anche religiosa, chiunque è tenuto ad osservare le norme . E' questo uno dei principi basilari dello Stato di diritto, per effetto dei quali tutti sono uguali davanti alla legge, anche chi indossa un abito talare. Aggiungo che il principio del'uguaglianza davanti alla legge e il principio dell'osservanza della norma in quanto tale è uno dei cardini della mia azione amministrativa, come ho avuto modo di sottolineare ripetutamente fin dalla mia elezione a sindaco”.

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