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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Baia e Latina

Chiusura della scuola Primaria: critiche a sindaco e vice

I consiglieri Leardi e Friello: "Tutta una farsa ai danni della frazione Latina, visto che Palestina è tornato a fare il vice sindaco a tempo pieno ed il primo cittadino Di Cerbo non ha battuto ciglio dopo il suo voto contrario al Bilancio"

“Il vice sindaco Michele Palestina ha abbandonato la seduta di giunta comunale del 5 maggio scorso dopo essere stato informato che sarebbe stata discussa la delibera sulla soppressione della scuola elementare di Latina”. A lanciare la pesante accusa è il gruppo di Uniti per Baia e Latina che, a quasi due mesi di distanza dallo strappo tra sindaco e vicario, fa emergere le mille contraddizioni interne alla maggioranza del sindaco Di Cerbo. 

“Palestina è andato via senza motivare alcun dissenso verso la decisione della giunta di accorpare le scuole primarie nel plesso scolastico di Baia, come si evince dal verbale della delibera dove, mentre viene correttamente riportato il contenuto delle note dei consiglieri Gianfrancesco e Leardi, nulla viene riportato di quanto dichiarato dal vice sindaco che anzi abbandona i lavori dell’esecutivo sebbene informato dell’argomento da trattare. Quale migliore occasione di quella per Palestina per dichiarare e far riportare nel testo della deliberazione la propria contrarietà alla chiusura del plesso scolastico della primaria di Latina?”, è l’interrogativo che si pongono i consiglieri Massimo Leardi e Vincenzo Friello.

“Del resto, che tutto fosse concordato lo dimostra la presenza dello stesso vice sindaco alla successiva seduta di giunta del 17 maggio, quando egli approva unitamente al sindaco un regolamento che autorizza la tenuta delle sedute di giunta anche da remoto, in modo da consentire anche in sua assenza l’approvazione di argomenti all’ordine del giorno. Se Palestina non avesse approvato quel regolamento, stante la continua assenza dell’assessora Simona Russo che lavora fuori, lui sarebbe stato l’ago della bilancia in grado di condizionare l’operato del sindaco, mentre ora il suo potere di condizionamento è pari a zero.

Come pure la successiva e tardiva reazione di Palestina che, dopo oltre un mese, solo quando i cittadini di Latina protestano contro la decisione dell’amministrazione di chiudere la scuola della frazione, durante la seduta di Consiglio Comunale, interviene in consiglio comunale per contestare la decisione della giunta senza, però, dire che tale decisione sia stata adottata in sua consenziente assenza. Analogamente, il consigliere Antonio Landolfi legge e pone agli atti del Consiglio un articolato documento per contestare l’operato della giunta comunale. Ecco perché molti cittadini si chiedono se il vice sindaco era consapevole e, quindi, d’accordo che il plesso della scuola primaria di Latina fosse soppresso in quanto ha consentito, con il suo autonomo allontanamento senza esternare la propria contrarietà, l’adozione della delibera di trasferimento delle attività didattiche della scuola primaria da Latina a Baia”, prosegue la minoranza. 

“La sua è stata una presa di posizione pretestuosa dopo circa un mese dalla sua volontaria assenza dalla giunta, ben sapendo su cosa avrebbe deliberato. Così come appare molto strano agli occhi dei cittadini che il sindaco, dopo il voto contrario di Palestina al Bilancio di previsione 2023, non gli abbia ancora revocato la delega, senza contare che lo stesso Palestina, come se nulla fosse, è tornato a partecipare alle riunioni di giunta approvando argomenti per i quali ha espresso voto contrario al Bilancio. Forse, si chiedono i cittadini, è tutta una farsa a danno dei cittadini di Latina? Tutto ciò premesso rimarcando che ogni singolo consigliere comunale, nella pienezza dei propri adempimenti, è libero di approvare o non approvare atti sottoposti all’adozione, però è anche vero che ognuno nell’assolvimento delle proprie responsabilità e prerogative amministrative, ha il dovere della chiarezza e della onestà verso i cittadini, non solo verso quelli che li hanno votati ma dell’intera comunità che rappresentano. Coloro che lo ritenessero opportuno possono visionare gli atti e i documenti, menzionati, presso il Comune in quanto risultano essere atti pubblici”, concludono Leardi e Friello.

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