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Protesta dei lavoratori sulla Provinciale: Variante chiusa e traffico in tilt

Il corteo sulla SP335 dei dipendenti ex Jabil transitati in Softlab ed Orefice

Variante chiusa e traffico in tilt per un corteo dei lavoratori di Softlab ed Orefice Generators, tutti ex dipendenti della multinazionale Jabil “vittime” di processi di reindustrializzazione mai decollati. I manifestanti partiti da Marcianise stanno percorrendo la SP 335 in direzione Maddaloni.

Il corteo si mostra pacifico seppur “scortato” dagli agenti del commissariato di Maddaloni. La viabilità è momentaneamente sospesa per consentire il transito del corteo.

L'uscita di Maddaloni della Variante è stata chiusa al traffico. La vertenza va avanti da tempo. Le lavoratrici e i lavoratori avevano già manifestato a luglio davanti alla sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per chiedere la convocazione del tavolo di crisi, visto il perdurare del silenzio istituzionale. I lavoratori chiedono il pagamento di tre stipendi arretrati e certezze sul loro futuro. 

"Siamo a 3 stipendi arretrati e da questo mese l'azienda ha comunicato che verremo pagati direttamente dall’Inps, ciò significa che con i tempi biblici delle istituzioni, per cercare di ottenere uno stipendio minimo che ci garantisca di sopravvivere, passerà ancora molto tempo. Tempo che non possiamo più aspettare perché con l'inflazione in aumento ed il caro vita che ci attanaglia non possiamo permettere a chi doveva garantire lavoro, di andare via dal territorio portando via con sé denaro pubblico e lasciandoci in una condizione disperata", si legge in una nota dei lavoratori.

I motivi della protesta sono noti da tempo: i 200 lavoratori Softlab attendono tre stipendi arretrati, quasi tutti hanno fatto e continuano a fare cassa integrazione da quando sono passati qualche anno fa da Jabil a Softlab, e dunque chiedono di poter iniziare a lavorare concretamente. Chiedono certezze e soprattutto che vengano mantenute le promesse i 23 ex Jabil passati nell’azienda sarda Orefice, che dopo averli assunti grazie a sostanziosi incentivi in danaro pagati da Jabil, ha prima provato a trasferirli in Sardegna, violando gli accordi istituzionali che la obbligavano a tenere la produzione nel Casertano, e poi, in seguito al rifiuto degli addetti, li ha licenziati. Ora i 23 di Orefice sono disoccupati ma da un anno e mezzo era stato loro promesso dalle istituzioni, in particolare Regione e Ministero, che sarebbero stati riassunti presso l’azienda Tme di Portico di Caserta, prospettiva non concretizzata; altra ipotesi per i 23 è l’azienda Fib di Teverola, ma anche in questo caso si tratta di un’opzione al momento non molto concreta. Delle vertenze delle due aziende Orefice e Softlab si parlerà lunedì 9 ottobre nel corso della riunione che si terrà a Roma presso gli uffici del Mimit.

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