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Poliambulatorio, tagliati servizi e aperture. Sindaco a muso duro contro l'Asl: "Tutelare la salute"

La giunta comunale contesta la decisione: "Si perde un luogo riferimento per tutto l'agro aversano"

Il sindaco Anacleto Colombiano e la sua maggioranza non ci stanno: con una delibera di giunta comunale hanno ‘scritto’ all’Asl di Caserta chiedendo il mantenimento e il potenziamento del poliambulatorio che “è sempre stato un punto di riferimento per tutto l’agro aversano e che invece oggi è fortemente depotenziato”.

Da oltre un trentennio è attivo sul territorio comunale un poliambulatorio polispecialistico gestito dall’Asl Caserta – Distretto sanitario 19 - che costituisce un punto di riferimento non solo per la popolazione locale ma anche per quella di tutti i comuni del distretto per i quali rappresenta il primo presidio nel territorio a tutela della salute. “Fino a qualche mese addietro la struttura sanitaria erogava regolarmente i servizi di assistenza in endocrinologia, ginecologia, cardiologia, urologia, otorinolaringoiatria, oncologia, che gradatamente e senza alcun motivo che possa giustificare tale scelta, sono stati notevolmente ridotti e diverse visite specialistiche soppresse, dato che al momento restano ancora attivi unicamente i servizi di nefrologia e pneumologia, che, fra l’altro, effettuano orario ridotto ed erogano le prestazioni 3 volte la settimana. La decisione di effettuare un ridimensionamento dell’offerta specialistica è stata decisa nonostante la struttura sia dotata di numerose apparecchiature per la diagnostica, tecnologicamente valide ed efficienti. Si citano, a titolo indicativo e non esaustivo, gli apparecchi per l’esecuzione degli esami audiometrico e vestibolare, spirometrico, ecografico, elettrocardiografico”, dicono il primo cittadino, gli assessori e tutti i consiglieri comunali di maggioranza.

Perso un punto di riferimento per economizzare la spesa

Tale decisione, adottata unicamente allo scopo di economizzare la spesa, ha determinato la perdita del punto di riferimento per tanti pazienti che venivano consigliati ed indirizzati presso tale struttura principalmente dai medici di medicina di base. E’ noto infatti che i modelli organizzativi in grado di assicurare la continuità assistenziale e di migliorare le risposte alle complesse richieste di natura socio sanitaria della cittadinanza, pongono in primo piano proprio la figura del medico di base, quale punto di riferimento territoriale per la presa in carico dei problemi di salute, che a sua volta si avvale principalmente delle strutture presenti sul territorio di appartenenza. Si legge nelle delibera che “allo stato, quindi, la struttura non assolve il compito primario per la quale è stata istituita, la tutela della salute dei cittadini, per assenza di servizi e carenza di personale, considerato che non è più presente nemmeno il coordinatore delle professioni sanitarie ovvero il responsabile dell’organizzazione dei servizi infermieristici e del personale, figura di riferimento per i pazienti che si rivolgono alla struttura”.

E poi continua: “Tali procedimenti, che tendono ad un ulteriore ridimensionamento dei pochi servizi sanitari presenti sul territorio, lasciano senza tutela una grande fascia della popolazione dell’Agro Aversano, costretta a doversi recare per una serie di servizi di base presso le strutture ambulatoriali del Presidio Ospedaliero di Aversa, peraltro già in difficoltà nell’erogazione dei servizi di base dal momento che, a seguito di una politica di contenimento dei costi di gestione, si è ritrovato in condizioni inadeguate a gestire un’utenza numerosa costituita non solo da pazienti locali e provenienti dall’Agro, ma anche quelli provenienti dai comuni posti nell’area nord di Napoli”.

"Serve un dialogo costante con la comunità"

Pertanto “ritenuto che lo sviluppo e il potenziamento dei servizi territoriali ottiene l’obiettivo di avvicinare il cittadino alle strutture primarie e gli permette di avere un collegamento diretto con la rete assistenziale in base alle sue necessità. Difatti il vantaggio è la possibilità per il paziente di avere un dialogo costante con lo stesso specialista, fino a farlo diventare lo ‘specialista di fiducia’. E quindi la richiesta agli organi competenti, prioritariamente il ripristino dei servizi che dal suo nascere venivano erogati nel poliambulatorio di San Marcellino ed il suo potenziamento mediante l’incremento dei servizi erogati, nella consapevolezza che la tutela della salute sia un diritto costituzionalmente garantito, come difatti recita l’art. 32 della Costituzione “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

La richiesta ai dirigenti dell'Asl

Inviata quindi formale richiesta al Dirigente Responsabile Vincenzo Iodice e al Direttore Generale Amedeo Blasotti, per “l’adozione di azioni concrete e efficaci per un potenziamento complessivo e reale dei servizi sanitari erogati dal Poliambulatorio del Comune di San Marcellino, per dare risposte certe ai bisogni di prestazioni sanitarie ai cittadini presenti nel distretto, in particolare a coloro che non hanno necessità di ricovero ospedaliero”. La nota inviata per conoscenza anche al Governatore Vincenzo De Luca e all’assessore regionale alla Sanità.

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