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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Un patto per il quartiere Acquaviva: 29 associazioni in campo nel progetto "Arcipelago"

Protocollata la proposta di collaborazione al Comune dalla gestione di 5 beni al piedibus

Cinque beni, un servizio e 29 partner. Sono i numeri della proposta di 'Patto di Collaborazione', denominata Arcipelago, protocollata dalla rete di associazioni per il quartiere Acquaviva.

Nei giorni scorsi il coordinamento ha protocollato una proposta inedita di Patto di Collaborazione rivolta al Comune di Caserta, per la gestione di diversi spazi pubblici del quartiere, secondo il “Regolamento Comunale per l’Amministrazione Condivisa” che disciplina la gestione dei Beni Comuni.

Una rete essa stessa innovativa e ricca: diverse scuole (I.C. Terzo Circolo-Ruggiero, Liceo Artistico San Leucio, l’Istituto Terra di Lavoro, L’arca di Noè), la Juvecaserta 2021, enti religiosi (parrocchia N.S. di Lourdes e Santuario di Sant’Anna, la Chiesa evangelica della riconciliazione, la Comunità cristiana di Caserta) e, naturalmente, tantissimi Enti del Terzo Settore (Centro Sociale Ex Canapificio, Opera Sant’Anna, Oratorio Sant’Anna, Zetesis Coop,  Rfc Lions, Comitato per villa Giaquinto, Solis APS, Centro Yoga L’Arnia, LIPU Caserta, Coop. New Hope, Hermes Roller, associazione “Compagnia della città”, Raido Adventure, Matutae Teatro, Movimento Migranti e Rifugiati, Stella del Sud ASD, Comitato Parco Aranci, Kalifoo Ground). Infine, c’è un gruppo informale di cittadini rappresentato da Annamaria Deri, che già mesi fa si propose per gestire la Villetta di Via Avellino. Un variegato ventaglio di realtà, coordinato dal Comitato “Città Viva”, associazione nata nel 2007 nel quartiere Acquaviva.

Cinque i beni comuni oggetto della proposta: villetta di via Acquaviva-via Avellino; il sottopasso pedonale tra via Acquaviva e via De Martino; il sottopasso tra viale Lincoln e via Ferrarecce, la villetta di via Arno e l'oasi, la piazzetta di via Trento. In più, altro elemento di novità, c’è anche il Piedibus, il che renderebbe questo Patto di collaborazione il primo a comprendere un servizio, un bene immateriale e non un luogo fisico.

"La rete - si legge in una nota dei promotori - intende realizzare una gestione coordinata e condivisa di questi luoghi, animandoli, garantendone la cura, l’apertura e la chiusura. Ciascuno valorizzando le proprie competenze e la propria natura, possiamo fare in modo che la Comunità si prenda cura di sé stessa attraverso i propri spazi, aprendo canali di partecipazione dai più piccoli ai più grandi, riempiendo i vuoti che altrimenti vengono occupati dalle logiche della strada, dalla violenza e dall’abbandono. Vogliamo che i ragazzi di questo quartiere e di questa città abbiano le stesse opportunità educativa dei loro coetanei che vivono altrove. Siamo convinti che in questa fase storica così difficile sotto tanti profili, sia la Comunità consapevole ed educante a poter salvare i singoli.Ne siamo convinti a tal punto, che vogliamo “mettere a sistema” i beni comuni pubblici della zona Sud della città contando anche sulla disponibilità di alcuni enti privati, che intendono inserire in questo circolo virtuoso anche i propri, a partire dagli spazi delle parrocchie coinvolte, passando per i cortili delle case popolari. Altro elemento di grande novità, rispetto ai più di 20 patti di collaborazione stipulati finora in città. La proposta è stata formalizzata. Ci auguriamo quanto prima di essere contattati dall’Amministrazione, come prevede il Regolamento comunale dedicato, per costruire un iter condiviso che possa portare quanto prima alla sottoscrizione del Patto e ad aprire un dialogo più generale sulla vivibilità del quartiere, che possa dunque anche toccare l’argomento dei fondi Pinqua i cui interventi andranno a toccare anche alcuni spazi oggetto della proposta Arcipelago, nonché dei futuri fondi che saranno nella disponibilità delle istituzioni".

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